Migranti, tensione al largo di Malta, il premier consente lo sbarco di 425 persone: «Minacciavano l’equipaggio»

Il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa era intervenuto sulla questione chiamando in causa Malta e gli altri Stati Ue: «La situazione di queste persone è insostenibile, alcuni si trovano su queste navi da oltre un mese»

Bloccati per quasi 40 giorni a bordo di quattro imbarcazioni turistiche, vicine a Malta ma al di fuori delle acque territoriali nazionali. I 425 migranti erano stati smistati sulle navi dopo che le autorità costiere li hanno intercettati nel pieno dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Ma in oltre un mese non era arrivata l’autorizzazione allo sbarco.


La situazione è degenerata nella giornata di ieri quando, su una delle quattro imbarcazioni, un gruppo di persone, tratte in salvo ormai da tempo, ha occupato la cucina della nave. I migranti, armati di coltelli, hanno minacciato di prendere in ostaggio l’equipaggio e di far esplodere delle bombole di gas. È stato lo stesso premier maltese, Robert Abela, a dichiararlo.


Il rischio per l’incolumità

La decisione di procedere subito allo sbarco è stata presa dallo stesso premier dopo aver ricevuto la richiesta di aiuto da parte dell’equipaggio della Europa II, una delle imbarcazioni noleggiate dal governo per ospitarli. «Ci avevano dato mezz’ora per agire o avrebbero sequestrato l’equipaggio», ha detto Abela, sottolineando che fino a sabato mattina il governo non aveva intenzione di far sbarcare i migranti.

Poi il premier ha spiegato che la scelta più semplice sarebbe stata quella di prendere il controllo dell’imbarcazione con la forza, ma i vertici dell’esercito lo avevano avvertito che nel caso di un confronto armato si sarebbero messe a rischio le vite dei migranti e degli stessi soldati. Abela ha voluto anche precisare che Malta aveva già fatto il suo dovere, salvando i migranti e poi fornendo loro le condizioni fondamentali per assicurarne la sopravvivenza.

Gli appelli di ong e politici

La ong francese Sos Mediterranée aveva protestato contro la decisione di Malta, che «invece di far sbarcare i migranti in un luogo sicuro come previsto dal diritto internazionale, usa le persone per negoziati politici, con gli Stati dell’Ue che non hanno ancora trovato una soluzione per il loro trasferimento».

Proprio la commissaria Ue dell’Interno, Ylva Johansson, aveva lanciato un appello venerdì, affermando che a Malta c’è una «forte pressione dovuta all’arrivo di migranti irregolari. Si tratta di un Paese piccolo che ha davvero bisogno del supporto e solidarietà degli altri Stati membri – aveva dichiarato -. Incoraggio ancora i ministri a considerare possibilità di aiutare Malta con il ricollocamento degli oltre 400 migranti».

Appello rilanciato dal commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, il quale era intervenuto sulla questione sottolineando che Malta e gli altri Stati dell’Ue avrebbero dovuto agire immediatamente per consentire lo sbarco. «La situazione di queste persone è insostenibile – aveva detto – e alcune di loro si trovano su queste navi da più di un mese».

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