Imbrattata la statua di Montanelli, la rivendicazione degli studenti di Milano in un video

Montanelli viene definito dagli studenti milanesi «un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica». Ecco perchè hanno imbrattato la statua

Alla fine Rete Studenti Milano e LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano) hanno deciso di rivendicare l’imbrattamento della statua di Indro Montanelli a Milano, che tanto scalpore ha suscitato in queste ore. «Chiediamo ad alta voce e con convinzione l’abbattimento della statua a suo nome» scrivono. E poi pubblicano il video girato nella notte.


Open | Così è stata imbrattata la statua di Montanelli

Cosa contestano

«In un momento globale così importante, che da ogni parte del mondo ci vede capaci di infrangere barriere e abbattere idoli di un mondo che non deve più esistere, crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l’immaginario di tutti» continua il post della rivendicazione. Montanelli viene definito dagli studenti milanesi «un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica».


«Il giornalista, oltre ad aver portato avanti una strenua campagna di apologia del fascismo, si arruolò volontariamente durante la campagna etiope, una campagna colonialista e schiavista. Qui comprò una “faccetta nera” di nome Destà, una ragazza etiope di soli 12 anni, che usò senza ripensamenti come un vero e proprio giocattolo sessuale» spiegano, prima di chiedere l’abbattimento del monumento. «Non possiamo accettare che vengano venerati come esempi da imitare personaggi che hanno fatto dello schiavismo, del colonialismo, della misoginia, del fascismo e del razzismo una mentalità con ben pochi ripensamenti», concludono citando anche il movimento di Black Lives Matter.

La proposta di rimuovere la statua

A chiedere che la statua venisse rimossa erano stati i Sentinelli di Milano. Il portavoce Luca Paladini, proprio in un’intervista a Open, aveva spiegato i motivi della loro richiesta: «Si tratta di un uomo che ha sposato – e poi abusato – una bimba di 12 anni. E non si è mai scusato per quanto accaduto. Non ha mai nascosto quello che ha combinato, l’ha pure rivendicato. Un razzista che ha chiamato “bestiolina” una bambina e che ha mostrato poco rispetto nei confronti delle donne e, più in generale, dei minori».

A intervenire sulla vicenda erano stati Matteo Salvini, Daniela Santanchè e persino Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi, secondo cui il giornalista «accettò il matrimonio (con la bambina, ndr) proposto dalla popolazione locale».

Domani la pulizia della statua

Dopo la polemica, l’imbrattamento. Ora la rivendicazione del gesto. Domani la statua verrà ripulita dalla vernice rossa: necessiterà di un intervento specializzato per evitare di rovinarla (visto che è in bronzo). Alle 16.30, sempre di domani, si recheranno ai Giardini Indro Montanelli il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa assieme ai parlamentari e ai dirigenti milanesi di Fratelli d’Italia.

«Hanno gambizzato Montanelli per la seconda volta»

I giovani della Lega, invece, hanno deciso di rendere omaggio a Indro Montanelli portando questa sera, 14 giugno, alle 19,30 una corona di fiori, un libro e una copia de Il Giornale davanti alla sua statua. «Sono riusciti a gambizzare Montanelli una seconda volta, proprio come fecero le BR nel ’77. Solo che in questo caso è anche peggio – ha commentato Alessandro Verri, coordinatore della Lega Giovani Lombardia – perché se la sono presa con qualcuno che non può più reagire, né denunciare». «Di certo i mandanti morali di questi vandali sono chiari – ha concluso – Si tratta di coloro che hanno proposto la rimozione del monumento per ragioni assurde e ideologiche. E non meno responsabilità sono in capo a chi, dentro l’amministrazione, ha pure preso in considerazione quest’idea demenziale».

In realtà il sindaco di Milano Beppe Sala ha fatto sapere di non voler rimuovere la statua così come i Sentinelli non hanno mai incoraggiato simili gesti (l’imbrattamento del monumento).

Foto in copertina da Facebook

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