Regionali, giallorossi divisi alla meta e le liti con Renzi mettono in pericolo anche la Puglia

In nessuna delle sei regioni in cui si andrà al voto la coalizione che sostiene il Governo andrà compatta

Nuove tornate elettorali, stesso refrain, il Dna non cambia: il centrodestra trova celermente un’intesa e si compatta, il centrosinistra litiga e cerca di mettere insieme i pezzi del puzzle. Cento anni di storia non li cambi in pochi mesi. Sembra ormai chiaro come alle elezioni Regionali che si terranno (con ogni probabilità) a settembre, la coalizione che sostiene l’attuale maggioranza in Parlamento andrà in ordine sparso.


Mentre a destra Lega, FdI e FI, hanno trovato la quadra su tutti i candidati, anche affidandosi all’usato sicuro, come con Stefano Caldoro in Campania (già presidente dal 2010 al 2015) e Raffaele Fitto in Puglia (già presidente dal 2000 al 2005), nella maggioranza ci sono ancora dei nodi da sciogliere. A cominciare dalla Liguria. Ma andiamo con ordine.


Laboratorio Liguria

La Liguria è l’unica regione in cui finora Pd e M5s hanno cercato un accordo. Nonostante settimane di tavoli e sforzi, i risultati sono inconcludenti. Dopo che due settimane fa il Pd ligure ha bocciato il nome di Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto Quotidiano, voluto non solo dai 5stelle ma anche dai partiti più a sinistra di Campo progressista, è ricominciata la ridda di incontri, dichiarazioni, ipotesi.

Intanto Aristide Massardo, docente universitario, uno dei nomi circolati in queste ultime settimane, ha rotto gli indugi: va da solo, presentando nelle prossime ore simbolo di lista e programma. Una fuga in avanti nel probabile tentativo di dare una scossa all’asse giallo-rosso, che a questo punto dovrà decidere se seguire il docente o tirare fuori dal cilindro un altro nome. L’unica certezza in Liguria per ora è che Italia Viva, esclusa dal tavolo, va da sola con Elisa Serafini.

In Puglia è sfida tra Pd e Italia Viva

Nel campo del centrosinistra in ogni realtà territoriale cambia lo scenario, ma ci sono due costanti. La prima: tranne che in Liguria il M5s non cerca accordi col Pd nelle altre Regioni al voto, quindi non c’è un asse giallo-rosso da nessun’altra parte. La seconda: Italia Viva è alternativa al Pd in Liguria, Veneto e Puglia. Già perché i renziani, che pure hanno deciso di sostenere Vincenzo De Luca in Campania, Maurizio Mangialardi nelle Marche e Eugenio Giani in Toscana, per le altre Regioni hanno piani diversi. Il vero guanto di sfida lo hanno lanciato in Puglia.

Si rinnova quel duello che fu un tempo interno al Pd: Renzi contro Emiliano, acredine mai sopita. Il guastatore scelto da Italia Viva per contrastare i piani di rielezione di Emiliano è Ivan Scalfarotto, ma attenzione, perché in Puglia si sta delineando proprio una coalizione alternativa al Pd, con Azione di Carlo Calenda e +Europa in soccorso di Scalfarotto.

Esperimento inedito, visti gli attuali equilibri nazionali, chissà se replicabile su scala nazionale. Similmente a Italia Viva, su un possibile sostegno a Emiliano, il M5s è come il toro che vede il drappo rosso nell’arena. Niet. La candidata pentastellata sarà Antonella Laricchia. La presenza di tre candidati forti, o comunque non deboli, rischia però di favorire l'”usato sicuro” Fitto, in una Regione in cui il centrodestra è sempre stato forte, e di cambiare gli equilibri politici generali (oltre che nel Pd).

La situazione in Veneto

Altra regione in cui Iv andrà da sola è il Veneto. Ma al momento bocche cucite tra i renziani sui possibili nomi. Non ci sarà alcuna intesa quindi a sostegno del candidato democratico Arturo Lorenzoni, così come il M5s si affiderà a un suo candidato, Enrico Cappelletti. Esattamente come accade in Liguria (dove si ricandida Giovanni Toti per il centrodestra), questa frammentazione va a vantaggio del governatore uscente Luca Zaia, sostenuto in modo compatto dal centrodestra.

Nelle altre Regioni

Se Pd e Italia Viva si incontrano e scontrano nelle varie Regioni il M5s, ad eccezione come detto della Liguria, va da solo in tutte le altre tornate elettorali. Oltre al Veneto e alla Puglia i pentastellati presentano una loro candidata in Toscana, Irene Galletti, un candidato nelle Marche, Mario Mercorelli, un’altra Candidata in Campania, Valeria Ciarambino. L’unica certezza nel puzzle del centrosinistra che si va a comporre è che, in nessuna delle sei Regioni in cui si andrà al voto, la coalizione che sostiene il Governo andrà compatta.

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