Coronavirus, Crisanti: «L’Italia rischia nuove chiusure». E la stoccata agli “ottimisti”: «Da certi colleghi affermazioni fuorvianti»

Per il professore, la “colpa” è anche dei politici che «non hanno dato il buon esempio»

I focolai da Coronavirus stanno aumentando e, soprattutto in autunno, «potremmo trovarci di fronte a nuove zone rosse». Il professore Andrea Crisanti, protagonista della strategia veneta di contrasto al virus, è tornato a ribadire che, dall’epidemia, non siamo usciti: «La malattia circola e anche gli asintomatici la trasmettono – ha chiarito ancora una volta – non capisco come certi colleghi abbiano potuto fare affermazioni fuorvianti su questo tema. Si sono presi una grave responsabilità».


In un’intervista a Repubblica, il responsabile del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova ha sottolineato che l’Italia ha agito bene per contenere la diffusione della Covid-19. «Chi non ha fatto il lockdown ha problemi, basta vedere la Svezia. Oppure il Brasile, dove sta succedendo un disastro non paragonabile alla situazione italiana. Lì il problema – ha aggiunto – è che troppe persone non hanno un medico. Situazione simile agli Usa, dove 50 milioni di cittadini non vanno dal dottore».


Politici «contraddittori»

Per Crisanti, dalle Asl alle decisioni sulle chiusure dei territorio, l’Italia ha reagito bene. Ma nel Paese «si vede un po’ di rilassamento. Per forza, gli italiani hanno avuto messaggi contraddittori dai politici, che non hanno dato il buon esempio. Prima si dice che siamo in pericolo, poi che bisogna sbrigarsi a riaprire tutto perché l’economia è la cosa più importante – ha detto il professore -. La gente ha bisogno di verità».

Scenario di autunno

La situazione in Italia potrebbe degenerare di nuovo verso ottobre, quando «il rischio aumenterà». Tra i motivi elencati da Crisanti, c’è il fatto che «le persone staranno più al chiuso e le temperature saranno più basse, con l’umidità più alta. Poi ci sarà l’effetto confondente con altre malattie da raffreddamento – ha affermato. Poi, in conclusione – Il rischio di casi sotto traccia c’è sempre. Per questo a ottobre potremmo trovarci di fronte a focolai da zona rossa».

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