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Il Governo autorizzerà il microchip sottocutaneo su 2.500 persone tra Milano e Roma? La fonte smentisce

30 Giugno 2020 - 16:49 David Puente
Tutto nasce da un articolo di Euronews, ma il manager della società Biohax Italia smentisce

Ci segnalano un video pubblicato da PandoraTV, del defunto Giulietto Chiesa, dal titolo «Il controllo della popolazione in un chip». Sono anni che circola la narrativa, generalmente proveniente dagli ambienti degli amanti delle teorie di complotto, di una «Élite» desiderosa di controllare l’umanità attraverso l’utilizzo dei chip sottocutanei, in alcuni casi in maniera esagerata. Nel video si parla di una realtà, una società svedese di nome Biohax operante anche in Italia, e di un’informazione scorretta che è stata usata per raccontarne un’altra, ossia un presunto contatto con il Ministero della Salute di Roberto Speranza che di fatto non c’è.

Tutto nasce da un articolo pubblicato il 13 maggio 2020 da Euronews, dal titolo «I microchip sottocutanei saranno la prossima grande rivoluzione tecnologica in Europa?», dove si riporta la società Biohax sarebbe in attesa dell’approvazione da parte del Ministero della Salute per impiantare chip sottocutanei a 2.500 soggetti a Milano e Roma.

A parlarne non c’è soltanto PandoraTV, secondo il sito Oasisana.com «Roberto Speranza starebbe autorizzando il chip sotto cutaneo da impiantare entro la fine dell’anno su 2.500 persone tra Milano e Roma». Il condizionale è d’obbligo, perché non ne sono certi e questo perché non c’è alcuna pratica in corso.

Eric Larsen, manager di Biohax Italia, in un’intervista pubblicata il 28 maggio 2020 da Saluteuropa.org dichiara che la società è concentrata per ottenere tutte le certificazioni di sicurezza necessarie per ricevere l’approvazione dei ministeri della salute e dell’EMA (European Medicine Agency). Non solo, smentisce il contenuto pubblicato da Euronews:

Colgo l’occasione per fare chiarezza su una notizia uscita in modo errato. Su Euronews si è detto che entro 6-8 mesi saremo pronti per i primi test su volontari italiani. No, non è vero. L’iter burocratico per le approvazioni è molto complesso e prima intendiamo concentrarci sul mercato nord europeo dove c’è molta più apertura a questo genere di tecnologie.

Interpellato dai colleghi di Facta.news, spiega che al momento non c’è alcun intesa con il Ministero della Salute e non solo: «non credo sappiano neanche della nostra esistenza in questo momento».

Nell’intervista rilasciata a Saluteuropa.org, Larsen spiega il funzionamento di tale tecnologia, così come i riferimenti alla questione privacy:

La tecnologia di base esiste da molto tempo, si tratta della NFC ossia Near Field Communication. E’ la stessa tecnologia usata in tutte le carte di credito contactless e nei badge. Funzionano solo se entrano in contatto ravvicinato con un sistema di riconoscimento come il POS. Questo è importante perché nei chip sottocutanei non ci sono né circuiti elettrici, né GPS. E’ una tecnologia passiva. Noi però abbiamo fatto dei miglioramenti. L’attuale NFC usata dalle carte di credito contactless o dai badge non ha un vero e proprio scudo protettivo. Chi vuole può leggere tutte le informazioni contenute, può sottrarre una carta e clonarla. Poi c’è la questione della privacy.

Queste e molte altre informazioni riportate nell’intervista, ma di fatto possiamo dire che il Ministero della Salute e il Governo italiano non hanno alcun accordo con Biohax che, a quanto si apprende, è in una fase ancora «embrionale».

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