Il paziente guarito dall’Aids? Il virologo Perno: «Impossibile che il virus scompaia. Ma il malato potrebbe non essere più infettivo»

«La terapia certamente può mantenere il controllo del virus rendendolo silenzioso e quindi non evidente nei sintomi e nel sangue, ma con questo non si può dire che non sia più presente»

L’ultimo annuncio arrivato dalla conferenza Aids 2020 ha attirato non poco l’attenzione del mondo della medicina. La notizia è quella del paziente 36enne malato di Aids dal 2012, che dopo un trattamento sperimentale a base di 5 antivirali e nicotinammide, non mostra più segni di infezione da 66 settimane. Nessuno finora è mai guarito dall’infezione da virus Hiv senza un trapianto di midollo. Va da sé che la possibilità di stare bene con un mix di farmaci sperimentali rappresenterebbe una svolta per milioni di pazienti sieropositivi. Ma è davvero così?


Il dott. Carlo Federico Perno, Ordinario di Virologia e Microbiologia all’Università di Milano e Direttore di laboratorio dell’Ospedale Niguarda di Milano, spiega a livello scientifico come interpretare la notizia:«Bisogna usare più cautela e chiarezza quando si tratta di patologie così complesse. Il risultato che i ricercatori hanno portato alla conferenza riguarda un paziente che attualmente non ha segni di carica virale nel sangue, né tracce di infiammazione. Ma se uno va a cercare il virus, nei tessuti per esempio, lo trova, ed è questo il punto su cui far chiarezza. Che il virus scompaia è impossibile, può rimanere silenzioso nei tessuti o nelle cellule del sangue ma non scompare».


Il dott. Perno continua: «La terapia certamente può mantenere il controllo del virus rendendolo silenzioso e quindi non evidente nei sintomi e nel sangue, ma con questo non si può affatto dire che non sia più presente nell’organismo della persona». Il virologo parla dunque di una remissione prolungata che potrebbe riattivarsi in qualsiasi momento e che non rappresenterebbe quella svolta di completa guarigione che tutti ci auspicheremmo.

I possibili vantaggi della scoperta

Nonostante non si possa parlare di guarigione e di scomparsa reale del virus, il mix sperimentale di farmaci potrebbe essere comunque un passo avanti in termini di contagiosità. «Ammesso che la sperimentazione funzioni, e su questo ci sono dubbi visto l’inefficacia avuta sugli altri pazienti trattati, un elemento di grande positività sarebbe quello di rendere il virus silenzioso e quindi non replicabile. Questo per il paziente significherebbe non solo dover rinunciare ai farmaci, cosa non da poco, ma anche non essere più infettivo».

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