Coronavirus, ok da Bruxelles a 6 miliardi di aiuti per le Pmi italiane. Vestager: «Far fronte alle carenze di liquidità»

Gli aiuti saranno articolati in tre misure, complementari tra loro, volte a incentivare la mobilitazione di investimenti privati

Da Bruxelles arriva il via libera a tre schemi di aiuti di Stato predisposti dall’Italia, per un totale di 6 miliardi di euro. L’approvazione, avvenuta nell’ambito del quadro temporaneo degli aiuti di Stato, riguarda principalmente incentivi alla ricapitalizzazione per le Pmi che hanno subito i contraccolpi della pandemia di Coronavirus.


«Con questi 6 miliardi di euro, l’Italia sosterrà ulteriormente le Pmi rafforzando la loro base di capitale, e facilitando l’accesso al finanziamento. Gli schemi puntano infatti a far fronte alle carenze di liquidità», ha detto Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea, responsabile per la politica di concorrenza. «Continuiamo a lavorare in stretta collaborazione con gli Stati membri – ha proseguito – per trovare soluzioni per mitigare l’impatto economico del Covid-19, in linea con le norme dell’Ue».


In cosa consistono i tre schemi

L’obiettivo è incentivare la mobilitazione di investimenti privati. Per farlo si procederà attraverso tre schemi, complementari tra loro. Il primo prevede una sovvenzione associata a un credito di imposta: gli investitori privati che inietteranno capitale nelle società avranno, di rimando, diritto a ricevere un credito d’imposta fino al 20% dell’importo investito. Un aiuto quindi diretto sia all’investitore, a cui è riservato il vantaggio fiscale, sia alla società partecipata, che riceve l’investimento.

La seconda misura è un regime di credito d’imposta, in cui le società stesse riceverebbero un credito fino al 30% dell’importo del loro aumento di capitale. Infine, nell’ambito del terzo schema, il sostegno pubblico assumerà la forma di prestiti subordinati.

Tutte le soluzioni saranno accessibili alle società che hanno subito una forte riduzione dei ricavi a marzo e aprile 2020, a condizione che approvino ed eseguano un aumento di capitale. Si punta quindi a migliorare l’accesso al finanziamento esterno di quelle società maggiormente colpite dagli effetti economici della pandemia.

Gli aiuti in cifre

In particolare, nell’ambito dei primi due schemi, l’aiuto non supererà gli 800.000 euro per impresa (tranne nel settore agricolo primario e nel settore della pesca e dell’acquacoltura, dove si applicheranno rispettivamente i limiti di 100.000 euro e 120.000 euro per impresa). Per quanto riguarda invece il terzo regime, nel 2019 l’aiuto non supererà il 12,5% del fatturato del beneficiario, come previsto dal quadro di riferimento. Nell’ambito di tutti e tre i regimi, gli aiuti alle imprese sono limitati nel tempo e possono essere concessi entro la fine del 2020.

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