Il tributarista Stufano accusa Fontana: «Sapeva di quel conto. Alle Bahamas una società per non pagare l’euro-ritenuta»

In una intervista a Repubblica il legale osserva come Fontana non potesse non sapere del primo conto in Svizzera, avendone avuto la procura tra il 1997 e il 2005

«Quello alle Bahamas non era un trust. Ma una società commerciale fantasma. Creata col solo scopo di evitare di pagare, sul conto svizzero, l'”euro ritenuta”, l’imposta al 15% sui capitali degli italiani detenuti nelle banche elvetiche». L’accusa, forte, arriva da uno degli avvocati tributaristi più conosciuti di Milano, Sebastiano Stufano.


Il legale, che nel 2017 ha vinto il Premio Loy come “fiscalista dell’anno”, in una intervista rilasciata a la Repubblica ha affermato che «di società fittizie come la Montmellon Valley, costituita dalla filiale alle Bahamas della banca svizzera Ubs e agganciata al conto della mamma di Fontana, ne ho viste a centinaia. A differenza di un vero trust, la movimentazione del conto non è soggetta ad alcun vincolo, ma è totalmente libera».


Stufano, come spiega Repubblica, ha avuto modo di esaminare le carte relative al conto corrente svizzero intestato alla madre del governatore della Lombardia, quelle che rimandano alle Bahamas, la voluntary disclosure di cui beneficiò Fontana e la dichiarazione di successione presentata nel 2016. Sulla possibilità che Fontana avesse saputo dei soldi in Svizzera solo alla morte della madre, avendo però, a quanto risulterebbe, avuto dal 1997 al 2005 la procura di un primo conto svizzero, Stufano è chiaro: non poteva non sapere.

«Chi ha la procura di un conto – ha spiegato il tributarista – deve andare personalmente a depositare la firma in banca. Significa – ha aggiunto – poter disporre del denaro, sia in entrata sia in uscita, e poter dare disposizioni di investimento. La banca deve eseguire». Il legale poi ha spiegato le operazioni che, nel 2005, hanno portato all’apertura di un secondo conto, intestato proprio alla Montmellon Valley, dove sarebbero stati riversati i soldi che erano nel primo. «Tecnicamente – ha osservato – si tratta di una international business company. Le banche svizzere ne hanno costituite a iosa nel 2005, per proteggere i capitali dei loro clienti dall’euro-ritenuta».

Sulla mancata denuncia, in un primo momento, del conto svizzero nella dichiarazione di successione presentata nel 2016 da Fontana, Stufano ha osservato che il governatore avrebbe potuto farlo: «Aveva tempo un anno dal decesso per dichiarare l’eredità. Però aveva scelto di aderire alla voluntary disclosure e la pratica era in corso. Se l’avesse messo in dichiarazione prima che la pratica della voluntary si fosse perfezionata, non avrebbe potuto averei benefici e gli sconti previsti dalla legge».

«Se la voluntary si è chiusa dopo il giugno del 2016, nel suo caso il termine ultimo per presentare la dichiarazione di successione, Fontana ha trascorso un periodo di limbo – ha proseguito Stufano -. Nel quale bisogna decidere cosa fare: regolarizzare immediatamente per evitare ogni tipo di problema o incomprensione col Fisco, oppure aspettare», ha concluso.

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