Strage del 2 agosto, polemiche per il tweet del senatore Ruspandini (FdI): «Nessuno di noi era a Bologna»

«Cosa intende per nessuno di noi?», gli hanno chiesto l’Anpi e alcuni utenti. Su Facebook la replica del senatore: «Io, attaccato per aver messo in dubbio una verità processuale che non convince nessuno»

«Nessuno di noi era a Bologna, 40 anni di bugie e di processi farsa». Il giorno dopo le celebrazioni per il 40° anniversario della strage di Bologna – il più grave attentato della storia repubblicana, che causò 85 morti e oltre 200 feriti – fa discutere un tweet del senatore ciociaro di FdI Massimo Ruspandini. Cosa intende per «nessuno di noi»? È la domanda che gli hanno rivolto alcuni utenti su Twitter. Per la strage di Bologna, dopo diversi processi e lunghe ricerche della verità, ostacolate da depistaggi e reticenze, sono stati condannati quattro ex componenti dei Nar, i Nuclei Armati Rivoluzionari, organizzazione terroristica appartenente alla galassia neofascista nella seconda metà degli anni ’70.


Le reazioni dell’Anpi di Frosinone e Ceccano

Immediata la reazione dell’Anpi di Frosinone, che in un post su Facebook ha chiesto all’esponente di Fratelli d’Italia di fare chiarezza: «Il senatore Ruspandini – si legge – spieghi il post che ha pubblicato. Con “Nessuno di noi” cosa intende? Se intende “noi fascisti” si dimetta immediatamente. Se intende “noi Nar” si dimetta immediatamente. Nella Repubblica fondata dai Partigiani non c’è posto per questi “noi” nelle istituzioni. C’è bisogno di rispetto per le vittime e le famiglie che ancora aspettano giustizia (mentre Ciavardini “lavora” a contatto con le istituzioni)».


Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Anpi di Ceccano, città natale del senatore, che sempre su Facebook scrive: «Il Senatore Massimo Ruspandini, di recente impegnato a difendere la sua Contea, scivola ancora sulla storia. Questa volta è la strage di Bologna ad ingannare il suo ego. Nel post apparso sulla sua pagina Facebook, il senatore usa un “Noi” sconcertante riferendosi ai fatti di 40 anni fa».

«Un “noi” – prosegue il post – che, se fosse legato ai fascisti o agli squadristi dei Nar, responsabili della strage, profilerebbe un grave atto perpetrato da un rappresentante delle nostre istituzioni repubblicane, per di più con un processo ancora in corso per appurare la verità e che sta portando alla luce retroscena inquietanti. Massimo Ruspandini faccia chiarezza su quel “noi”. Meglio ancora, rimuova quel post offensivo per le vittime, per le famiglie e per la storia democratica della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza Partigiana e fondata sui valori della Costituzione. Altrimenti faccia un passo chiaro, dimettendosi da un ruolo che non può ricoprire».

La replica di Ruspandini

A stretto giro è arrivata, sempre tramite un post su Facebook, la replica di Ruspandini: «Quando al termine della giornata vieni attaccato dai partigiani dell’Anpi per aver osato mettere in discussione una verità processuale che non convince nessuno; quando vieni insultato per aver difeso Giorgia Meloni ignobilmente ingiuriata dallo pseudo intellettuale di turno; quando vieni offeso e deriso dalle donne e dagli uomini del Pd e dai soliti radical chic, vuol dire che hai fatto il tuo dovere di patriota e di uomo», ha scritto.

«A voi che gestite tutto: governo nazionale, regioni, enti importanti da generazioni – ha proseguito -; a voi che avete amicizie nelle procure e tra i potenti, prendetevela pure con me… Vi ringrazio per la vostra “storica” attenzione. Ma lasciate stare le nostre ragazze e i nostri ragazzi, i nostri militanti e i nostri dirigenti».

Foto in copertina: Pagina Facebook di Massimo Ruspandini

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