L’allarme di Legambiente: il ghiacciaio Miage sul Monte Bianco è sprofondato di 30 metri dagli anni ’90

Secondo le analisi dell’associazione ambientalista la superficie sprofonda di quasi un metro all’anno

È una corsa contro il tempo quella per arginare l’impatto dell’aumento della temperatura globale sullo scioglimento dei ghiacciai. L’ultimo allarme lanciato in Italia da Legambiente riguarda il Miage, il ghiacciaio che si trova sul versante italiano del Monte Bianco. La sua superficie è sprofondata di 30 metri rispetto agli anni ’90: un metro all’anno nel suo settore frontale. Rispetto all’inizio del XX secolo, la copertura detritica del ghiacciaio Miage ne ha cambiato le caratteristiche della superficie, facendolo classificare da bianco a nero.


I risultati arrivano dalle rilevazioni in Valle d’Aosta durante la prima tappa della Carovana dei ghiacciai, la nuova campagna di Legambiente realizzata con il supporto del Comitato glaciologico italiano, che dal 17 agosto al 4 settembre monitorerà lo stato di salute dei ghiacciai alpini per sensibilizzare le persone sugli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’ambiente glaciale alpino.«Abbiamo trovato alcune morene abbassate di più di sei metri» e «questo collasso delle morene corrisponde al collasso della massa glaciale», ha detto Marco Giardino, presidente del Comitato glaciologico italiano. «Il ghiacciaio del Miage è il più himalayano dei ghiacciai italiani, perché copre un dislivello altimetrico che va dalla cima del Monte Bianco fino alla Val Veny, a pochi passi dalla strada carrozzabile – ha precisato Vanda Bonardo, responsabile Legambiente Alpi – con questo particolare ghiacciaio abbiamo iniziato il nostro racconto sullo stato di salute dei ghiacciai alpini italiani, perché i cambiamenti che ha subito sono molto peculiari rispetto ad altri che stanno sparendo».


Foto copertina: Legambiente | Ghiacciaio Miage

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