In Evidenza ENISiriaUSA
DIRITTIAleksandr LukashenkoBielorussia

Bielorussia, scomparsa anche la dissidente Antonina Konovalova. Lukashenko: «Se crolliamo noi, poi toccherà alla Russia»

08 Settembre 2020 - 18:08 Cristin Cappelletti
In meno di 24 ore sono scomparse due dissidenti che sostenevano Svetlana Tikhanovskaya, la candidata dell'opposizione alle presidenziali del 9 agosto fuggita in Lituania

Un appello, che suona più come un ricatto, è arrivato nel pomeriggio dell’8 settembre da Alexander Lukashenko. Il presidente-dittatore della Bielorussia, nel corso di un’intervista rilasciata ai media russi, ha dichiarato: «Sapete a quale conclusione siamo arrivati con la leadership russa e con il suo establishment? Che se la Bielorussia crolla oggi, la Russia verrà dopo». A riportarlo Ria Novosti. «Se pensate che la ricca Russia possa far fronte – alle proteste, ndr. – vi sbagliate. Ho parlato con molti presidenti e con il mio amico più anziano Vladimir Putin, che io chiamo fratello maggiore, e l’ho avvertito: non si può resistere a tutto questo», ha affermato Lukashenko.

Intanto sarebbe stata arrestata al confine con l’Ucraina Maria Kolesnikova, una delle leader dell’opposizione bielorussa rapita ieri nel centro di Minsk da uomini incappucciati. Secondo l’agenzia TASS, la donna, insieme a Ivan Krasov e Anton Ronenkov, membri del Consiglio di coordinamento dell’opposizione nato durante le proteste, avrebbe invece attraversato il confine con l’Ucraina. A dichiararlo all’agenzia di stampa il portavoce del comitato di confine bielorusso Anton Bychovsky: «Confermiamo che hanno passato il controllo al valico di frontiera di Alexandrovka alle 4 del mattino».

Le ombre sulla vicenda

L’Ucraina invece sostiene che i membri del comitato siano stati espulsi con la forza, dopo il rifiuto da parte di Kolesnikova di attraversare il confine e di abbandonare la Bielorussia. Ma la dinamica dei fatti rimane ancora molto incerta. Una voce vicina all’opposizione ha riferito a Interfax che «né Anton Rodnenkov, né Ivan Kravtsov, né Maria Kolesnikova avevano intenzione di andare all’estero.

Anzi, erano categoricamente contrari. Sono finiti al confine dopo la loro detenzione. Probabilmente sono stati portati lì dal centro di detenzione e, come Olga Kovalkova, sono stati costretti a lasciare il Paese». I servizi speciali avrebbero quindi «inscenato» il tentativo di Kolesnikova di attraversare illegalmente il confine. «Molto probabilmente è stata una provocazione durante la quale Kolesnikova è stata arrestata», ha detto la fonte.

Secondo la tv di stato Belarus-1, invece, vicina al governo, Kolesnikova «avrebbe cercato di fuggire illegalmente in Ucraina ed è stata trattenuta alla frontiera». La tv di stampo governativo ha poi definito il comitato un’organizzazione per “la presa del potere”. Ieri, il media indipendente TUT.BY aveva dato notizia del suo rapimento. Un minivan si sarebbe avvicinato alla donna nel centro della capitale e un gruppo di uomini con il passamontagna l’avrebbe portata via. Al momento nessuno è riuscito a mettersi in contatto con lei e gli altri due uomini, e le autorità locali negano qualsiasi coinvolgimento.

Scomparsa un’altra dissidente

Nel pomeriggio dell’8 settembre si sono perse le tracce anche di Antonina Konovalova, altro membro dell’opposizione bielorussa al dittatore Lukashenko. A dare la notizia della scomparsa è lo staff di Svetlana Tikhanovskaya, la principale candidata dell’opposizione alle presidenziali che si sono celebrate lo scorso 9 agosto. «Non si sa dove sia finita la donna», scrive l’agenzia Interfax.

Foto copertina: EPA/STR

Leggi anche:

Articoli di DIRITTI più letti