Colleferro, la testimonianza nell’ordinanza del Gip: «Così hanno ucciso Willy»

Il teste: «Ho visto sopraggiungere ‘a palla’ un’auto di grossa cilindrata. Sono scese cinque persone che si sono lanciate contro chiunque capitasse a tiro sferrando calci e pugni e poi si accanivano contro Willy»

«Ho visto sopraggiungere ‘a palla’ un’auto di grossa cilindrata. Sono scese cinque persone che si sono lanciate contro chiunque capitasse a tiro sferrando calci e pugni e poi si accanivano contro Willy». Lo ha dichiarato un testimone del pestaggio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Colleferro, secondo quanto si legge nelle 14 pagine dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari (Gip).


Oggi, 9 settembre, sono stati convalidati gli arresti per concorso in omicidio preterintenzionale per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. «Tra gli aggressori di Willy sono certo ci fossero i fratelli Bianchi e Pincarelli, e una quarta persona che aveva il braccio ingessato, e che è scesa con gli altri dal Suv», ha detto il teste. «Mentre era in terra hanno proseguito a sferrare calci e pugni contro Willy tanto che non si è riuscito più a rialzare».


Nell’ordinanza, il giudice scrive: «Sussistono senza dubbio i futili motivi nel caso di specie, in realtà, sostanziati quantomeno per i fratelli Bianchi, nell’assenza di alcuna plausibile ragione a motivo dell’aggressione». Un’aggressione «realizzata nei confronti di una persona che non c’entrava nulla ed era stata violentemente repentinamente colpita solo in quanto si era trovata nella ressa». Riguardo ai fratelli Bianchi e a Pincarelli, il Gip scrive che «hanno cercato di minimizzare il fatto assegnando la responsabilità a terzi» e che «per questo devono stare in carcere».

Stando a quanto riferito dal Corriere, il testimone chiave nell’ordinanza del Gip è Emanuele C., che era in compagnia della vittima: «I due ragazzi con i quali Federico, l’amico di Willy, stava inizialmente discutendo, ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo invece aveva un braccio ingessato».

«Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti si sono uniti altri tre ragazzi di cui che sono in grado di descrivere soltanto due», ha detto Emanuele C.. «L’uno indossava una polo di colore verde con capelli molto corti e l’altro con un vistoso tatuaggio sul collo. Per quanto io ricordi tutti ragazzi sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme».

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