Il database della Cina che ha schedato più di 4 mila italiani (e le loro famiglie): nella lista politici, criminali e imprenditori

Sono oltre 4 mila i «personaggi di interesse speciale» in Italia in quello che il Foglio definisce un «mastodontico database» curato dalla società cinese Zhenhua per conto di Pechino

Ci sono leader di partito, imprenditori, ma anche criminali e presunti terroristi che vivono in Italia. Nell’archivio della cinese Zhenhua dal 2006 sarebbero state raccolte informazioni dettagliate su più di 4 mila italiani, tra i quali il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi, l’ex premier Silvio Berlusconi, ma anche narcotrafficanti legati a Cosa Nostra e alla ”ndrangheta, come Rocco Morabito. Dettagli che coinvolgono anche i famigliari di personaggi di interesse per il governo cinese in vari settori strategici, dalla Difesa alle infrastrutture. Informazioni utili alla Cina per esercitare la propria influenza sul sistema economico e politico italiano in modo mirato. L’analisi del database Okidb, Oversea Key Information DataBase, è stata svolta in Italia da Giulia Pompili de Il Foglio, in collaborazione con altre testate internazionali come il Sunday Time, il Telegraph, l’Indian Express, il Globe and Mail e l’Australian financial review. Un archivio frutto della scansione metodica di tutte le informazioni presenti su internet, dai social fino a qualunque pubblicazione usata come fonte per raccogliere dettagli sui personaggi presi in considerazione. Buona parte delle informazioni sarebbero raccolte in automatico dai software di intelligenza artificiale, ma c’è un dettaglio che rivela l’intervento di persone fisiche: a ogni soggetto schedato è associato un codice, oltre che «una mappa di connessioni e interessi». Il database Okidb suddivide gli oltre 4 mila nomi in tre sezioni.


I politici, vescovi e imprenditori

Nella prima categoria sono elencate le «persone politicamente esposte», come parlamentari, leader di partito, membri di varie istituzioni, fino ai consiglieri regionali e sindaci. Ci sono poi persone che lavorano nei settori industriali strategici e poi vescovi e prelati. Si tratta di circa 800 nomi, dalla prima in ordine alfabetico, l’ex ministro Adriana Poli Bortone, all’ex segretario Pd Walter Veltroni, oltre a Enrico Letta, Lia Quartapelle, Giulio Tremonti e Laura Boldrini. Oltre a un codice identificativo, i nomi sono accompagnati dalla specifica se siano attivi o meno, con una o più immagini. Nell’elenco figurano anche persone legate alla Difesa e i vertici delle varie autorità portuali italiane, con particolare attenzione a chi lavora al porto di Trieste. E poi vescovi, come quello di Brescia, Pierantonio Tremolada, e quello di Biella, Gabriele Mana.


I leader di partito, gli imprenditori e i vescovi

La seconda categoria è definita dall’analisi de Il Foglio «tra le più anomale». Ci sono 1.012 nomi più strettamente legai agli obiettivi di interesse della Cina. In questa lista c’è l’intera famiglia Berlusconi, quella di Renzi, degli imprenditori Merloni e Ferrero. Una mappa che comprende non solo i famigliari, ma anche i partner dei leader di partiti politici, fratelli imprenditori di parlamentari, parenti di ex ambasciatori che sono diventati manager di società pubbliche.

La sezione dei «criminali»

Nell’ultima sezione ci sono 2.732 nomi con condannati e indagati, per lo più esponenti della criminalità organizzata. A ognuno è associata una parola chiave per definirne il profilo, come frode, droga, estorsione, traffico di esseri umani. C’è poi una descrizione degli «ambiti di interesse» e del contesto in cui operano. Nell’elenco c’è il narcotrafficante calabrese Giovanni Palamara, legato ai cartelli della droga colombiani, connesso al boss della ‘Ndrangheta Rocco Morabito. Compaiono anche personaggi legati al terrorismo, come Imitias Khan, pachistano arrestato a Olbia con l’accusa di far parte di Al Qaeda.

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