Nella street art ciò che importa è il messaggio non la legalità

di Jorit

L’identificazione e la denuncia del writer Geco ha suscitato reazioni contrastanti. Il commento del noto street artist Jorit

La street art – i graffiti, il muralismo, comunque la si voglia definire – è prima di tutto un mezzo per dire qualcosa. Credo che il dibattito sulla legalità o l’illegalità della street art sia un dibattito sterile. Nella mia vita, ad esempio, ho fatto sia opere considerate legali che opere considerate illegali (in spazi e luoghi pubblici dove non è consentito farlo ndr) e sono anche stato arrestato per questo motivo. In entrambi i casi, però, sono sempre stato mosso dalla stessa voglia di dire qualcosa, di comunicare un messaggio. Non credo che ci siano grandi differenze sostanziali tra una semplice scritta – come ad esempio la mia frase in sostegno degli operai della Whirpool – e altre opere più figurative, come i ritratti che ho fatto di Che Guevara, Martin Luther King o Ilaria Cucchi. Anzi, sono stato arrestato dalla polizia israeliana a Betlemme proprio per un disegno, ad esempio – era il ritratto di Ahed Tamini, l’attivista palestinese di 17 anni, in carcere per aver schiaffeggiato due soldati israeliani.


ANSA / CIRO FUSCO | Passanti in mascherina davanti al murales realizzato da Jorit di Antonio Cardarelli il medico a cui è intitolato il più grande ospedale di Napoli, 10 novembre 2020

Per quanto riguarda invece l’utilizzo di queste forme espressive per riqualificare determinati quartieri o zone delle città, credo che debbano essere i cittadini a decidere: spetta alle persone che abitano in questi quartieri giudicare se un’opera riesce a dare valore a una zona o meno e quindi, nel caso, a farla rimuovere. Ma quello che alla fine fa veramente la differenza, è il messaggio che si vuole dare. Io personalmente difendo il messaggio più che la legalità dell’opera.


Jorit è un artista italiano, specializzato in arte urbana

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