Perù, proteste contro la destituzione del presidente Vizcarra: il neopresidente Merino si dimette

Dopo la morte di tre studenti tra i 22 e i 25 anni, il nuovo capo dell’esecutivo Merino è stato costretto a presentare le dimissioni

Tra i Paesi più colpiti al mondo dalla seconda ondata di Coronavirus, il Perù deve ora far fronte anche a una grave crisi politica. Da lunedì i cittadini protestano contro l’impeachment nei confronti dell’ex presidente Martìn Vizcarra e contro il governo di transizione di Manuel Merino. Quest’ultimo, dopo una riunione d’urgenza del consiglio dei ministri ha presentato le sue dimissioni. La richiesta era arrivata dallo stesso presidente del Parlamento Luis Valdez. Tre persone sono state uccise dall’inizio delle manifestazioni a Lima. Una di queste, un 25enne, è stata ammazzata nella giornata di oggi, 15 novembre. Altre due sono morte la notte scorsa sempre nella capitale. Si tratta di due studenti universitari di 22 e 25 anni. Merino, ex presidente del Parlamento, era arrivato a capo dell’esecutivo in una mossa che era stata denunciata dai manifestanti come un “colpo di Stato”.



Nonostante l’alto numero di morti, e una crisi economica che ha lasciato il 40% della popolazione senza lavoro, Vizcarra aveva un tasso di popolarità molto alto e la sua rimozione è stata fin da subito contestata. Secondo il parlamento, l’ex presidente, salito in carica nel 2018, è stato rimosso dall’incarico per “incapacità morale”, un’accusa vaga che farebbe riferimento ad un’ipotesi di corruzione. L’Onu afferma di aver ricevuto «preoccupanti rapporti» di detenzioni arbitrarie e di un uso eccessivo della forza da parte delle forze statali durante le proteste seguite alla rimozione di Vizcarra e ha invitato la polizia a rispettare le norme internazionali. Il numero dei feriti è intanto salito a 60, e non si conosce il bilancio degli arresti. Questa situazione ha portato alle dimissioni di 13 ministri, tra cui anche quelli della Difesa e dell’interno.

EPA/Paolo Aguilar | Lima, proteste contro Manuel Merino

Durante il suo breve mandato di due anni, Vizcarra ha avviato una serie di riforme anti-corruzione in un Paese dove 68 dei 130 parlamentari ha subito una qualche forma di procedimento a riguardo. Ma in estate, anche Vizcarra è stato accusato dal congresso di aver preso tangenti durante il suo vecchio ruolo come governatore regionale. Vizcarra ha rigettato le accuse. La procedura di impeachment non aveva ottenuto la maggioranza a settembre, e Merino aveva riprovato lunedì. Questa volta ottenendo i voti necessari.

Per anni, l’ex presidente del Parlamento Merino è stato uno dei maggiori oppositori di Vizcarra, schierandosi in particolare contro la sua legge anti-opposizione. Secondo l’analisi del quotidiano Americas Quarterly, l’obiettivo di Merino era quello, in vista delle elezioni che si terranno tra cinque mesi, di guadagnare il consenso dei cittadini attraverso manovre populiste che avrebbero solo portato a un disastro economico.

Foto copertina: EPA/Paolo Aguilar

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