Una stazione locale, Radio Alfa 102, registrò in diretta il rumore del sisma che uccise 3 mila persone nel 1980: come quello di un bombardamento aereo
Il 23 novembre del 1980 un terremoto di magnitudo 6.9 uccise 3 mila persone nell’Irpinia, tra Campania, Basilicata e Puglia, provocando danni enormi e quasi 300 mila sfollati. Quel giorno una radio libera meridionale, Radio Alfa 102, fondata e diretta da Ciro Vigorito, cui oggi è intitolato lo stadio di Benevento, stava registrando e mandando in onda una musica da ballo. Improvvisamente, alle 19:34, un boato coprì le note di un motivo folk popolare: era la voce del terremoto, un rumore sordo e impressionante, simile a quello di un bombardamento aereo.
L’Arma dei carabinieri, in occasione del 40esimo anniversario del sisma, ha voluto ricordare con un breve video il sacrificio dei suoi militari. In quel tragico evento morirono anche sette uomini in divisa. «Interi paesi rasi al suolo, la disperazione dei sopravvissuti vivrà nel mio animo. Il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi», disse all’epoca il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, le cui parole possono essere ascoltate nel filmato.
Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha pubblicato un video su Facebook in cui punta il dito contro lo sperpero delle risorse destinate alla ricostruzione, l’equivalente di 66 miliardi di euro spesi fino al 2011: «Oggi sono quarant’anni dal terremoto dell’Irpinia. Fu un disastro naturale diventato purtroppo poi calamità pure politica e camorristica, per la speculazione che c’è stata sulla ricostruzione e per come è stato gestito quel fiume di denaro pubblico. Una calamità sotto certi aspetti permanente. Di quel periodo di commissariamento paghiamo anche noi le conseguenze, perché oggi il debito principale del Comune di Napoli risale proprio al post-terremoto. Ancora oggi paghiamo gli interessi e quindi il disastro finanziario ereditato dal Comune ha là la sua origine principale».
Coronavirus, questa è la foto della famiglia turca dello «scopritore» del vaccino Pfizer? Non risulta!
23 Novembre 2020 - 10:26 Redazione
Il 22 novembre 2020 diversi personaggi hanno condiviso la foto di una famiglia turca immigrata in Germania sostenendo che sia quella del «fondatore della BioNTech» e «scopritore del vaccino anti covid19 della Pfizer», Ugur Sahin. Tra coloro che l’hanno condivisa nella propria pagina ufficiale troviamo Lorenzo Tosa, Filippo Rossi, Valerio Capraro e la pagina Facebook Il razzismo non ci piace, ma non risulta affatto che la foto sia riconducibile a Sahin.
Oltre 6.200 condivisioni per il post di Tosa, che si aggiungono agli oltre 5.000 della pagina Il razzismo non ci piace, agli 2.000 di Rossi e ai 600 di Capraro, mentre la fonte primaria a cui avrebbero attinto appena 70 condivisioni. Fonte che, alla fine, ha modificato il post originale di fronte all’evidente errore.
L’autrice del post originale, da cui hanno fatto copia incolla in altre pagine, ha modificato il tutto togliendo il riferimento diretto a Ugur Sahin.
La foto è stata scattata nel 1979 da un’artista tedesca, ma all’epoca Ugur doveva avere tra i 13 e i 14 anni.
Il bambino nella foto non è un ragazzo di 12/14 anni e non risulta che Sahin abbia avuto problemi di crescita.
Non risulta che Sahin abbia fratelli o sorelle, ma che si sarebbe trasferito in Germania con la sola madre raggiungendo il padre.
EDIT: su Twitter è stata trovata la storia della famiglia giunta a Dusseldorf, mentre Sahin arrivò a Colonia.
Analisi
La fonte attribuita da chi ha condiviso la foto è un post Facebook dell’utente Mary del 22 novembre 2020 alle ore 9:41 dove inizialmente riportata il seguente testo:
Questa è una famiglia di origine turca, emigrata in Germania.
Il bimbo a destra è colui che oggi ha scoperto il vaccino anticovid della Pfizer. Il suo nome è Ugur Sahin, fondatore della Biontech.
Lo segnalo perchè al giorno d’oggi, c’è ancora chi un bambino così lo lascierebbe affogare, o che rifiuterebbe di accoglierlo, continuando a partecipare, incurante del grido d’aiuto altrui, alle sagre della castagna o della polenta.
#NoiSiamoAltraCosa #solidarità #solounarazza
In un passaggio successivo, alle ore 18 del 22 novembre, il post viene così modificato:
Questa è una famiglia di origine turca, emigrata in Germania.
In una famiglia simile a questa è nato colui che oggi ha scoperto il vaccino anticovid della Pfizer. Il suo nome è Ugur Sahin, fondatore della Biontech.
Lo segnalo perchè al giorno d’oggi, c’è ancora chi un bambino così lo lascerebbe affogare, o chi rifiuterebbe di accoglierlo, continuando a partecipare, incurante del grido d’aiuto altrui, alle sagre della castagna o della polenta.
#NoiSiamoAltraCosa #solidarità #solounarazza
Troviamo la stessa foto pubblicata nel sito del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. Si tratta di uno scatto facente parte di un progetto dal titolo «Turken in Deutschland» dell’artista tedesca Candida Hofer iniziato nel 1972 e pubblicato nel 1979.
Secondo il racconto del post Facebook originale, il bambino sulla destra sarebbe Ugur Sahin. Considerando che risulta nato nel 1965 e consideriamo che la foto viene attribuita al 1979, pare strano che quel bambino ritratto abbia 13 o 14 anni.
Lo scatto non riporta un titolo e una descrizione che permetta di ricondurre luogo e data precisa della sua realizzazione, mentre c’è un ulteriore elemento che fornisce un distanziamento tra foto e ricercatore: dai racconti riguardo Ugur Sahin, si sarebbe in Germania all’età di 4 anni insieme alla madre e non risulta che abbia fratelli o sorelle.
Edit – ore 14:24
Si aggiunge un ulteriore tassello alla vicenda della foto (ringrazio Debora Attanasio). L’account Twitter DiasporaTurk riporta l’identità delle persone ritratte smentendo che sia la famiglia di Ugur Sahin (qui il thread).
Un dettaglio in più è quello della città di arrivo, Dusseldorf, mentre lo scienziato andò a Colonia.
Conclusioni
Data la mancata attribuzione temporale e geografica, nonché la mancanza dell’identità dei soggetti ritratti, la foto non è riconducibile a Ugur Sahin.
La data dello scatto fotografico, attribuita al 1979, contraddice l’età del bambini ritratto perché Ugur Sahin in quel periodo doveva avere tra i 13 e i 14 anni.
Non risultando altro familiare oltre alla madre e al padre, attribuire lo scatto fotografico a Ugur Sahin risulta inesatto.