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Le mani di hacker e mafie sui vaccini anti-Covid. Interpol, Ibm, Aifa e Sifo lanciano l’allarme

03 Dicembre 2020 - 13:49 Maria Pia Mazza
L’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) ha pubblicato un allarme con livello di allerta arancione per il rischio di furto di vaccini e vendita sul mercato nero

Solo ieri, 2 dicembre, l’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) ha pubblicato un allarme, con un livello di allerta arancione, mettendo in guardia le forze di polizia dei 194 Paesi membri circa la possibilità di infiltrazioni di reti afferenti alla criminalità organizzata, che potrebbero tentare di mettere in vendita sul mercato nero e promuovere vaccini anti-Covid e/o anti-influenzali, rubati dalle strutture ospedaliere o falsificati. 

L’Interpol ha sottolineato come la pandemia abbia già dato luogo a «comportamenti criminali opportunistici e predatori senza precedenti». L’Organizzazione ha richiesto «un ferreo coordinamento a livello internazionale sia tra forze dell’ordine sia tra autorità di regolamentazione, al fine di garantire il corretto funzionamento della catena di distribuzione dei vaccini nei singoli Paesi», sollecitando altresì «il monitoraggio dei mercati online che vendono false dosi di vaccino o false cure contro il SARS-CoV-2».

Un aspetto, quest’ultimo, che costituisce «un pericolo reale per la salute, così come per la vita, per chi dovesse incappare in tali truffe», come sottolineato dal generale Jürgen Stock, segretario dell’Interpol. «È fondamentale – ha proseguito il generale Stock – che le forze dell’ordine siano il più preparate possibile per quello che sarà un assalto mirato a colpire tutte le tipologie di attività legate al vaccino Covid-19».

L’allarme di Ibm

E a riprova della fondatezza di tale allarme, la compagnia Ibm ha reso noto oggi, 3 dicembre, di aver individuato una campagna di phishing globale che mira a colpire la cosiddetta “catena del freddo” per la distribuzione del vaccino. Il comparto di sicurezza dell’azienda informatica statunitense ha dichiarato a Reuters di aver «rilevato un gruppo avanzato di hacker che lavora per raccogliere informazioni su diversi aspetti della catena del freddo, utilizzando e-mail meticolosamente elaborate e inviate a nome di un dirigente di Haier Biomedical, un fornitore cinese specializzato in trasporto di vaccini e conservazione di campioni biologici». 

Queste email sono state inviate a differenti organizzazioni coinvolte nella distribuzione del vaccino, ma tutte accumunate da un unico comune denominatore e bersaglio: la direzione generale della Fiscalità e dell’Unione Doganale della Commissione europea, responsabile della politica europea in materia di fiscalità e dogane e, in questo specifico caso, dell’elaborazione del piano per l’importazione e distribuzione dei vaccini negli Stati membri dell’Unione Europea. 

Le rassicurazioni dell’Aifa

In questo scenario globale ed europeo, l’Italia – a detta dell’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco, ndr) – si pone come «capofila e forse il miglior esempio a livello europeo nel settore della prevenzione del furto di farmaci». A margine del convegno Furti di medicinali: analisi e trend di un fenomeno complesso, il direttore generale dell’Aifa, il dottor Nicola Magrini, ha sottolineato come nei prossimi mesi sarà «importante associare la tracciabilità e la prevenzione dei furti, al fine di gettare piena luce sulla catena di distribuzione e stoccaggio».

Un rischio, quello dei furti di vaccino anti-Covid, messo in luce anche dalla Sifo, la Società italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici alle Aziende Sanitarie che, attraverso le parole del proprio presidente, il professor Arturo Cavaliere, aveva evidenziato come «il valore economico, clinico e sociale dei vaccini è così alto che potrebbe richiamare l’attenzione di soggetti della criminalità organizzata, gli stessi che già negli anni scorsi si sono fatti protagonisti di furti in tante farmacie ospedaliere del nostro Paese». E in un contesto pandemico, ha sottolineato il professor Cavaliere, «non possiamo rischiare oggi di rivivere quelle situazioni, e per questo abbiamo deciso di alzare il livello di attenzione di tutto il sistema per non farci trovare impreparati». 

E per fare ciò, così come dichiarato dal dottor Marcello Pani, segretario nazionale Sifo, «è necessario invitare tutti gli attori coinvolti nella filiera, ossia istituzioni, decisori, gestori e operatori elevare al massimo il livello di attenzione, affinché il prezioso bene-vaccino sia protetto in tutte le fasi della sua gestione, con particolare riferimento al sito di stoccaggio che dovrà essere valutato con un approccio preventivo al fine di intraprendere le eventuali azioni di messa in sicurezza». In tal senso esistono già delle linee guida, afferenti al progetto Padlock, che forniscono indicazioni – di massima, e che andranno specificamente sviluppate e implementate per i vaccini anti-Covid – per progettare il sistema di gestione e distribuzione dei farmaci a livello ospedaliero, al fine di garantirne la sicurezza per le persone. 

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