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Bassetti: «Vaccinerei subito anche chi è guarito dal Covid. L’Ue è troppo lenta: gli Usa corrono, noi passeggiamo» – L’intervista

03 Dicembre 2020 - 16:49 Fabio Giuffrida
Il direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova spiega a Open perché bisognerebbe vaccinare tutti e il prima possibile. Anche chi ha già preso il Covid

«C’è chi dice che gli anticorpi durino fino a cinque mesi, altri sostengono che abbiano una durata inferiore. Per questo motivo, per non correre rischi, sarebbe bene vaccinare tutti, anche quelli che il Covid lo hanno già preso. Dopo tre mesi dal virus, infatti, questi pazienti potrebbero non avere un numero di anticorpi adeguati». A parlare a Open è Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive al San Martino di Genova, secondo cui la vaccinazione dovrebbe essere estesa a tutti e il prima possibile. Ma c’è qualcosa che non va.

«L’Ue ha un’organizzazione lentissima per i vaccini»

«Priorità assoluta a medici, forze dell’ordine, persone anziani e fragili. A seguire i ragazzi che frequentano le scuole, i cittadini che non hanno mai contratto il Covid e infine quelli che lo hanno già avuto», spiega. Intanto «bisogna continuare a fare sforzi per non far saltare in aria gli ospedali» pieni di ricoverati soprattutto «tra gli anziani e i soggetti più fragili». Ma il vero problema, secondo Bassetti, resta quello della tempestività nella somministrazione del vaccino: «Io ho amici negli Stati Uniti che sanno già quando andranno a vaccinarsi. Perché da noi no? Perché, se tutto va bene ma io non ci credo molto, vedremo i primi vaccini soltanto a fine gennaio? Non si potrebbe cominciare già il 2 gennaio? La verità è che l’Ue ha un’organizzazione lenta. In altre parole, mentre gli altri corrono, noi passeggiamo».

«Farei il vaccino anche prima dell’approvazione»

Il direttore di Malattie Infettive al San Martino di Genova sarebbe uno dei primi a sottoporsi il vaccino, senza alcun timore: «Certo, me lo farei domani, anche prima dell’approvazione. Mi fido della ricerca scientifica. Per questo motivo invito i miei colleghi a non ingenerare dubbi nella gente, un conto è farlo in un congresso scientifico, un conto in tv». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al professor Andrea Crisanti. Infine, pur ribadendo l’importanza dei tamponi rapidi, invita tutti a prestare massima attenzione: «Se vi sottoponete a un tampone rapido il 23 o il 24 dicembre, non significa liberi tutti, non significa che, subito dopo, potete andare a fare shopping, incontrare altra gente senza mascherina così da andare ad abbracciare i nonni la sera del 24. Questo uso del tampone rapido è fuorviante».

Foto in copertina: ANSA/LUCA ZENNARO

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