Caso Navalny, l’inchiesta di «Bellingcat» che inchioda i servizi di sicurezza russi

di Cristin Cappelletti

L’oppositore di Putin sarebbe stato pedinato a partire dal 2017, anno in cui annunciò la candidatura alle presidenziali. A portare avanti l’operazione una cellula clandestina legata all’Fsb

C’è un nome dietro l’avvelenamento dell’attivista russo Alexei Navalny. Si tratta di Vladimir Bogdanov, generale che ha come suo diretto superiore solo il direttore del servizio federale per la sicurezza della Russia (FSB), Alexander Bortnikov. Il quale a sua volta risponde al presidente russo Vladimir Putin. È quanto emerge da una lunga inchiesta del sito investigativo Bellingcat, condotta in collaborazione con The insider, Cnn e Der Spiegel, che ha portato alla luce i dettagli dell’operazione dietro l’avvelenamento dell’oppositore di Putin.


L’unità che ha condotto l’operazione

Attraverso l’analisi di contenuti open source e banche dati di varia natura, tra cui i metadati degli operatori telefonici e i record dei biglietti di viaggio delle compagnie aeree, Bellingcat è riuscita a risalire ai sicari che avrebbero avvelenato Navalny con il Novichok a Tomsk. La cellula opera sotto il controllo dei servizi di sicurezza russi. Si tratta di un gruppo clandestino di personale altamente qualificato nella gestione di materiale chimico: Bellingcat ha individuato 15 persone, otto delle quali «erano in stretto contatto in varie fasi delle operazioni di pedinamento di Navalny nei giorni e nelle ore precedenti il suo avvelenamento». Tra loro anche scienziati ed ex medici.


Le telefonate ai vertici dell’Fsb

Secondo l’inchiesta, la cellula avrebbe seguito Navalny in ogni suo viaggio nel 2017, l’anno in cui aveva annunciato che si sarebbe presentato alle presidenziali del 2018. L’esperienza accumulata negli anni, avrebbe permesso alla squadra di colpire Navalny anche fuori da Mosca. Nei giorni in cui l’oppositore veniva avvelenato, Bellingcat ha documentato numerose telefonate e messaggi dei sicari dislocati sul campo e i loro dirigenti a Mosca, nonché tra i dirigenti stessi e i vertici dell’Fsb.

La versione di Mosca

Lo scorso mese, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva rigettato le accuse rivolte al presidente russo suggerendo che Navalny fosse stato avvelenato nel viaggio in aereo dalla Russia alla Germania. Nei mesi scorsi, Bellingcat aveva individuato anche i responsabili di un’altra operazione segreta, una delle tante, condotta da Mosca, quella relativa al caso Skripal. Si tratta di Anatoliy Chepiga e Alexander Mishkin: sarebbero stati loro ad avvelenare la spia russa del governo inglese, Sergei Skripal, e la figlia, Yulia Skripal, a Salisbury, nel Regno Unito, a marzo del 2018.

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