Caso Navalny, il veleno forse nelle mutande. Secondo uno 007 russo sarebbe stato messo nelle cuciture

di Redazione

L’oppositore russo ha cominciato a sentirsi male la mattina del 20 agosto, mentre si trovava su un aereo diretto a Mosca

«Se i Servizi segreti avessero voluto farlo, probabilmente, avrebbero portato il lavoro a termine». Gelido, senza curarsi di nessuna conseguenza. Durante la conferenza stampa di fine anno, davanti a 700 giornalisti, il presidente russo Vladimir Putin ha risposto con una battuta alla domanda fatta dalla stampa sul tentativo di avvelenamento dell’oppositore Alexei Navalny. Non sono ancora chiare le dinamiche di quello che è successo la mattina del 20 agosto, quando Navalny si è sentito male su un volo che si stava muovendo verso Mosca.


Eppure nelle ultime ore è stato svelato un nuovo elemento per capire meglio mandanti e azioni che hanno portato l’attivista russo a rischiare la vita. Dalle ultime ricostruzioni, la tossina che ha colpito il sistema nervoso di Navalny sarebbe stata nascosta nelle mutande. A spiegarlo è lo stesso oppositore russo. Negli ultimi giorni sarebbe riuscito a contattare un agente dell’Fsb, il Servizio Federale per la Sicurezza della Russia.


Il suo nome sarebbe Konstantin Kudryavtsev. Con lui Navalny si è finto un alto funzionario interessato a capire cosa era successo in quei giorni di fine agosto che avevano portato al suo avvelenamento. Kudryavtsev non solo avrebbe rivelato che i servizi segreti avevano effettivamente provato a ucciderlo, ma avrebbe anche chiarito che se Navalny non fosse stato curato subito «il risultato sarebbe stato diverso».

Il veleno nascosto nelle mutande

Navalny non si è accontentato di ricevere una conferma ai suoi sospetti: ha voluto fare di più. Come riporta la testata investigativa Bellingcat durante la telefonata ha chiesto anche dove si potrebbe trovare una quantità più alta di veleno sui vestiti da lui indossati quella mattina di agosto. La risposta sarebbe stata «nelle mutande», nello specifico lungo le cuciture della zona inguinale.

Il Novichok, la corsa in ospedale, le accuse della Germania

Quando il 20 agosto Navalny si è sentito male in volo, il pilota ha deciso di organizzare un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Omsk. Qui Navalny è stato portato al reparto di rianimazione dell’ospedale cittadino, dove è entrato in coma. Il 22 agosto l’oppositore è stato trasferito in una clinica di Berlino dove i medici non solo hanno confermato l’ipotesi dell’avvelenamento ma hanno anche isolato la tossina che ha quasi causato la morte a Navalny: il Novichock, un agente nervino già trovato in altri episodi di avvelenamento legati alla Russia.

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