Russia, fermato all’aeroporto di Mosca Alexei Navalny. Biden chiede la liberazione immediata. Michel: «Inaccettabile»

«Ne chiediamo l’immediato rilascio. E ci aspettiamo che siano rispettati i suoi diritti», dice dalla Farnesina Di Maio

Dopo l’avvelenamento dello scorso agosto e la lunga degenza in Germania, Alexei Navalny è tornato oggi in Russia. Ed è stato fermato dalla polizia. Gli agenti gli hanno chiesto di seguirlo al controllo passaporti e l’avvocato non ha potuto seguirlo. La moglie lo ha baciato in segno di saluto. Il fermo è andato in onda in diretta su Current Time. «All’aeroporto di Sheremetyevo di Mosca gli ufficiali del dipartimento operativo del Servizio Penitenziario Federale della Russia (FSIN) hanno fermato Alexey Navalny, che è stato condannato alla sospensione condizionale della pena ed è stato inserito nella lista dei ricercati il 29 dicembre 2020 per molteplici violazioni del periodo di prova», ha detto il FSIN in una dichiarazione come riporta RIA Novosti.


Joe Biden chiede, attraverso il suo consigliere per la sicurezza nazionale, la scarcerazione immediata dell’attivista. «Deve essere immediatamente liberato, dice Jake Sullivan, e i responsabili del vergognoso attacco alla sua vita devono essere perseguiti». Sullivan aggiunge che «gli attacchi del Cremlino a Navalny non sono solo una violazione dei diritti umani ma anche un affronto al popolo russo che vuole che la propria voce sia ascoltata». «L’arresto di Alexei Navalny all’arrivo a Mosca è inaccettabile. Chiedo alle autorità russe di rilasciarlo immediatamente», scrive su Twitter il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.


«Io sono qui e vi posso assicurare di essere felice, questa è casa mia. Tutti mi chiedono: hai paura? No, non ho paura», aveva appena detto Navalny ai giornalisti all’interno del Terminal D. «Passo la dogana con animo tranquillo, poi andrò a casa perché so che ho ragione ed esorto anche voi a non avere paura». L’aereo non è atterrato allo scalo di Vnukovo, come previsto, ma a quello di Sheremetyevo. Per l’arrivo dell’attivista Mosca ha dispiegato centinaia di forze di polizia: «Sono innocente, non temo l’arresto», aveva detto Navalny poco prima della sua partenza da Berlino. Al suo arrivo, infatti, come già preannunciato dalle autorità penitenziarie russe, è alla fine quindi scattato l’arresto e il carcere, per violazione dei termini della sospensione condizionale della pena detentiva concessa a seguito di una condanna a tre anni e mezzo nel 2014. «Un caso inventato», a detta di Navalny, così come le accuse alla base dei tre nuovi processi penali che dovrà affrontare una volta rientrato a Mosca. 

La polizia, fanno sapere i media locali, aveva già arrestato Lyubov Sobol, Ruslan Shaveddinov e Konstantin Kotov, mentre centinaia di sostenitori attendevano Navalny al primo scalo dove il volo era atteso. I tre, colleghi di Navalny, sono stati fermati all’aeroporto di Vnukovo mentre erano in attesa dell’arrivo del suo volo da Berlino. Un giornalista della tv indipendente Dozhd è invece stato arrestato in diretta. Le forze dell’ordine in assetto anti-sommossa erano entrate dentro l’aeroporto di Vnukovo e sono stati sgomberati giornalisti e sostenitori di Navalny. Si è sentita la gente gridare «fascisti».

Il ritorno dell’oppositore

Secondo Leonid Volkov, politico dell’opposizione e collaboratore di Navalny, il ritorno dell’oppositore di Putin potrebbe creare non pochi problemi al Cremlino. Con l’arresto nel Paese non si escludono proteste e la Russia dovrebbe assorbire un contraccolpo a livello internazionale, con eventuali sanzioni. Allo stesso tempo, lasciare Navalny libero secondo alcuni poteva essere percepito come un segno di debolezza. In giornata migliaia di sostenitori di Navalny si son dati appuntamento all’aeroporto Vnukovo di Mosca. Un tribunale di Mosca negli scorsi giorni ha negato l’accesso all’aeroporto alla stampa e ai giornalisti, giustificando tale scelta nel rispetto delle norme e restrizioni legate alla pandemia di Coronavirus

Video Instagram Alexei Navalny

In copertina KUDRYAVTSEV / AFP | L’oppositore russo Navalny all’aeroporto di Mosca.

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