Alexei Navalny: «C’è Putin dietro il mio avvelenamento. Tornare in Russia? Non ho paura»

di Giovanni Ruggiero

L’accusa frontale dell’attivista russo al capo del Cremlino, nella sua prima intervista dopo le dimissioni dall’ospedale

«Io dico che c’è Vladimir Putin dietro questo crimine», dice l’attivista Alexei Navalny che in un’intervista alla rivista tedesca Der Spiegel lancia un durissimo attacco frontale al presidente russo, accusandolo del suo avvelenamento che lo ha portato al ricovero in coma. «Non ho altre versione di quel che è successo», dice l’avvocato in un primo estratto dell’intervista.



Navalny ha ripercorso i primi momenti in cui ha accusato il malore, quando il veleno, probabilmente a base della tossina Novichok, ha cominciato a fare effeto: «Non senti dolore – ha aggiunto – ma sai che stai morendo». Navalny era stato ricoverato il 22 agosto scorso, dopo essersi sentito male mentre era in viaggio su un volo dalla Siberia. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, con il successivo trasporto in Germania, dove è stato curato in un ospedale di Berlino.

Da lì però, l’attivista ha intenzione di ripartire e tornare in Russia: «Il mio compito è ora restare senza paura. E io non ho paura». Navalny dice di non voler fare al presidente russo il regalo di non tornare: «Vorrebbe dire che Vladimir Putin ha raggiunto il suo scopo. Il mio obiettivo è ora tornare in forma prima possibile, così potrò rientrare».

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