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Navalny: «Putin ha perso la testa». La Germania spinge per nuove sanzioni alla Russia, ma non ferma il Nord Stream 2

«Ogni uso di armi chimiche è un precedente grave che non può restare senza conseguenze», ha detto il governo tedesco. Senza un chiarimento sul caso Navalny, ha evidenzato il ministro degli Esteri, le sanzioni alla Russia saranno «inevitabili»

A più di un mese dal suo presunto avvelenamento, Alexei Navalny, l’attivista russo e oppositore di Putin in convalescenza a Berlino dopo essersi ripreso dal coma, chiede ai Paesi europei di muoversi contro la Russia. In un’intervista a Bild, ripresa dal sito americano Radio Liberty, il politico ha chiesto a Bruxelles di vietare l’ingresso agli oligarchi russi e agli alti funzionari di Mosca. «Si appropriano indebitamente di denaro, rubano miliardi, e nel fine settimana volano a Berlino e a Londra, acquistano appartamenti costosi e siedono nei caffè», ha dichiarato Navalny aggiungendo che il «regime di Vladimir Putin ha perso la testa».

Sanzioni «inevitabili»

Un appello che arriva mentre la Germania sta discutendo con gli altri partner europei su quali azioni intraprendere in risposta al presunto avvelenamento di Navalny. Ieri l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha confermato la presenza di un agente nervino del gruppo Novichok nei campioni di sangue e di urina dell’attivista. Il governo tedesco ha chiesto nuovamente chiarimenti alla Russia e ha sottolineato che «ogni uso di armi chimiche è un precedente grave che non può restare senza conseguenze». Angela Merkel ha oggi ribadito ancora una volta, tramite il suo portavoce Steffen Seibert, che ogni prossimo passo sarà preso in accordo con i Paesi membri dell’Ue. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass, ha evidenziato che senza un chiarimento da parte della Russia sul caso Navalny, le sanzioni saranno «inevitabili».

Il Nord Stream 2

Tuttavia nelle scorse settimane è salita la pressione proprio nei confronti della Germania affinché interrompa i lavori del gasdotto Nord Stream 2. Il progetto – ormai al 94% di completamento – prevede il passaggio di gas dalla Russia alla Germania – e quindi all’Europa – passando sotto il Mar Baltico. Putin ha avvertito che nessun collegamento deve essere fatto tra l’avvelenamento di Navalny e il gasdotto in questione. Parole su cui anche il governo di Angela Merkel sembra essere d’accordo. Nonostante le richieste e gli appelli per diminuire – dopo l’episodio di avvelenamento – la dipendenza energetica dell’Ue dalla Russia, non sembra essere un’opzione lo stop alla costruzione del progetto.

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