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Coronavirus. Anche il kiwi positivo alla Covid19? Lo strano esperimento sui tamponi rapidi che disinforma

29 Dicembre 2020 - 10:21 David Puente
Attraverso uno strano esperimento si cerca di dimostrare l’inattendibilità dei tamponi rapidi, ma fate attenzione: non sono i test considerati dai bollettini

Il 23 dicembre 2020 il canale Youtube di Massimo Mazzucco, «luogocomune2» o «Contro.tv», pubblica un video dal titolo «Anche il kiwi prende il Covid» dove viene mostrato un esperimento, condotto dal dott. Mariano Amici e dal Prof. Stefano Scoglio, con il quale si ritiene di rendere nota l’inattendibilità dei tamponi Covid19. Quali esattamente?

L’esperimento riguarda i cosiddetti tamponi rapidi che non vanno confusi con i test molecolari PCR standard (non quelli rapidi), soprattutto perché non vengono presi in considerazione nel conteggio dei casi positivi riportati nel consueto bollettino giornaliero.

Per chi ha fretta

  • Il video cerca di dimostrare l’inattendibilità dei test rapidi, non dei test molecolari PCR standard (non quelli rapidi) chiamati semplicemente «test del tampone» attraverso i media.
  • I test rapidi rivelano l’antigene, non il virus attraverso la traccia del genoma come invece viene rilevato dal test molecolare PCR standard.
  • I bollettini giornalieri riportano i casi positivi alla Covid19 in base ai test molecolari PCR effettuati in ogni regione, non attraverso i test rapidi.
  • I test utilizzati nel video sono fatti solo ed esclusivamente per analizzare materiale di prova umano, non frutta e verdura.
  • Sostanze estranee alla tipologia del test, come quelle contenute ad esempio in una Coca Cola, possono falsare di fatto i risultati.
  • I test rapidi non garantiscono un risultato certo, ma possono essere utilizzati per un primo controllo su larga scala per poi verificare l’effettiva positività o negatività attraverso il test molecolare PCR.

Analisi

Veniamo all’introduzione di Massimo Mazzucco:

Buonasera. Oggi vi presentiamo un esperimento sull’attendibilità dei tamponi rapidi. I tamponi rapidi sono quei test che vedete fare continuamente in televisione dove viene infilato nella cavità nasale un tampone che preleva un po’ di muco per poi metterlo nel reagente e verificare se la persona ha il virus del Covid oppure no. È un test rapido che ci mette circa 15 minuti per dare il risultato ed è stato usato in maniera massiccia durante la cosiddetta seconda ondata con anche oltre 100 mila test effettuati in tutta Italia in un giorno solo. Sono proprio i risultati di questi test di massa… con numeri impressionanti, ricordate i telegiornali dei mesi scorsi “Oggi 12 mila nuovi casi”, “Oggi 20 mila nuovi casi” eccetera eccetera… sono questi test che hanno permesso di stabilire la diffusione del contagio nel nostro Paese e quindi di prendere le adeguate contromisure.

La notizia relativa ai 100 mila test in un giorno solo è legato all’annuncio di inizio novembre riguardo i test rapidi acquistati dallo Stato al fine di effettuarne 100 mila al giorno in ogni Regione italiana. Questi, però, non vengono considerati per il conteggio dei casi positivi riportati nei bollettini a loro volta citati nei telegiornali, questo perché la sorveglianza dei casi di infezione da Sars-Cov-2 viene effettuata attraverso i test molecolari PCR che non richiedono affatto 15 minuti per ottenere un risultato, ma nel giro di qualche ora in laboratorio.

Nell’introduzione del video vengono mostrate le immagini di un prelievo effettuato tramite un tampone faringeo a una persona seduta all’interno dell’abitacolo della propria automobile: si tratta della cosiddetta modalità drive-through, un sistema che permetterebbe da una parte velocità nei prelievi e impedirebbe l’assembramento dei cittadini che si sottopongono allo stesso test.

Un fotogramma del video esempio con il quale Mazzucco associa erroneamente i tamponi rapidi.

Il test PCR non è stato affatto sostituito dai test rapidi, contrariamente a quanto dichiarato da Mazzucco nel suo video nell’introduzione e nelle conclusioni del video dove riporta anche un test effettuato attraverso la Coca Cola da un deputato austriaco.

La citazione del test con la Coca Cola effettuato da un deputato austriaco, video ripreso a sua volta da Radio Radio senza alcuna spiegazione su quanto accaduto realmente,

Veniamo al test presentato nel video con protagonisti Stefano Scoglio e Mariano Amici partendo dalle conclusioni di quest’ultimo all’esperimento da loro condotto:

Questo esperimento mette in chiara luce che il tampone è assolutamente inattendibile e che quindi non può assolutamente essere preso come base per dire che abbiamo nuovi focolai di positivi e quindi aumentano i ricoveri per positivi, quindi i ricoveri aumenteranno pure ma nulla hanno a che vedere con la positività del Covid perché abbiamo visto chiaramente che chi è positivo al Covid non è assolutamente detto che abbia il Covid, come pure chi è negativo al Covid non è assolutamente detto che non abbia il Covid. Allora, su questa base, su questa assurdità, su questa totale inattendibilità del tampone non possono essere adottate né misure terapeutiche, quindi protocolli terapeutici, né tanto meno misure restrittive nei confronti di tutte le attività commerciali e non, e nei confronti dei cittadini con gravissimi danni per l’intera economia nazionale. Tutto questo noi lo porteremo alla ribalta del magistrato, porteremo il filmato al magistrato e laddove il magistrato non dovesse ritenere sufficiente questa prova potrà senz’altro, e noi lo chiederemo, nominare un CTU per verificare l’inattendibilità del tampone. Questo significa che il test, essendo stato ripetibile, esperimento ripetibile, legge scientifica, per cui certificherà che tutto quello che è stato fatto fino ad oggi sul profilo diagnostico, sul profilo terapeutico e sotto il profilo delle misure restrittive è assolutamente assurdo e ha comportato gravi conseguenze per l’intera popolazione e per l’intera economia nazionale con conseguenti reati gravissimi che il magistrato dovrà verificare ed eventualmente perseguire. Grazie a tutti.

Osservando attentamente il video possiamo notare la confezione del prodotto della Joysbio utilizzato:

La confezione e i kit mostrati nel video coincidono con quello della società Joysbio:

Tale prodotto, come precisa lo stesso produttore, è adatto solo per un test qualitativo e la diagnosi ausiliaria, dunque non devono essere considerati come unica base per la diagnosi clinica. Ecco perché nelle istruzioni viene specificato che andrebbe fatto un test molecolare per essere certi:

I risultati negativi devono essere trattati come presunti e confermati con un test molecolare autorizzato dalla FDA, se necessario, per la gestione clinica, compreso il controllo delle infezioni.

Non solo, nelle stesse istruzioni vengono poste le seguenti condizioni:

  • «Il contenuto di questo kit deve essere utilizzato solo per il rilevamento qualitativo degli antigeni SARS-CoV-2 da campioni di tampone nasale».
  • «Questo dispositivo è stato valutato solo per l’uso con materiale di prova umano».

Ad un certo punto viene mostrato il prelievo attraverso un tampone – che ricordiamo essere solo uno strumento di raccolta – di un po’ del succo contenente all’interno di un Kiwi, sostanza che verrà poi sottoposta al test rapido. Questo va contro, di fatto, alle istruzioni del test stesso che deve essere effettuato esclusivamente attraverso la raccolta di campioni umani.

Il prelievo del succo presente nel Kiwi attraverso un tampone che verrà poi utilizzato nel test rapido.

La sostanza, una volta preparata secondo le istruzioni del test (che ricorda i test di gravidanza, ma è bene specificare che non lo è affatto), avrebbe dato esito positivo alla Covid19 secondo i protagonisti del video.

Il test rapido effettuato sul Kiwi avrebbe dato esito positivo.

Nel sito della società Joysbio viene specificatamente spiegata la modalità di lettura del test. Affinché sia considerato positivo bisogna ottenere la colorazione della linea del test (T) e quella di controllo (C), altrimenti risulterebbe «negativo» o «invalido»:

NEGATIVE: A colored band appears on the control line (C line); no colored band shows up on the test line (T line). A negative result indicates there is no coronavirus antigen (N protein) in the specimen, or the level of coronavirus antigen is below the detection limit.

POSITIVE: A colored band appears on the control line (C line), a second colored band shows up on the test line (T line). A positive result indicates the presence of COVID-19 antigen (N protein) in the patient sample.

INVALID: No colored band appears on the control line (C line). An invalid test result suggests there might be insufficient buffer volume or incorrect operating procedures. Carefully review the test procedure and test the same patient again with another coronavirus antigen rapid test cassette. Contact your distributor if the problem persists.

Il test effettuato nel kiwi si vede in maniera chiara solo la linea del controllo, mentre quella di test a malapena. Secondo i protagonisti del video la lieve colorazione confermerebbe la positività al test.

Ecco il risultato ottenuto dai tre protagonisti del video:

  • kiwi, arancio e frutti di bosco sarebbero ritenuti «positivi certi»;
  • banana, uva, mandarancio sarebbero «incerti»;
  • pera, zucca, cavolo e succo di frutta «negativi».

Bisogna considerare alcune problematiche legate al test effettuato dai protagonisti del video. Oltre al fatto che il prodotto è stato ideato per ottenere dei risultati da materiale prelevato da esseri umani e non da frutta o verdura, gli elementi contenuti in questi ultimi potrebbero influire sul risultato del test non perché positivi alla Covid19 ma per le reazioni chimiche che possono scatenare la colorazione delle barre presenti nel prodotto. Nel caso della dimostrazione del deputato austriaco, Michael Schnedlitz, la Coca Cola ha fornito un risultato positivo proprio per questo motivo come spiegato dallo stesso produttore del test da lui utilizzato:

Qualsiasi test di gravidanza sarebbe risultato positivo. Prima che l’onorevole parlamentare renda pubblica dichiarazioni così imbarazzanti, potrebbe avere senso fare solo un po’ di chimica.

I protagonisti del video condiviso e sostenuto da Massimo Mazzucco non sono i primi a parlare di test effettuati attraverso fonti non umane. A maggio 2020 il Presidente della Tanzania aveva diffuso la notizia di un test effettuato con la Papaya e una capra ottenendo risultati di positività alla Covid19, senza però fornire alcuna prova.

Conclusioni

I tamponi rapidi come quelli utilizzati nel video non vengono considerati per il conteggio dei casi positivi riportati nei bollettini giornalieri, i quali fanno riferimento al test molecolare PCR.

Rispetto al Presidente della Tanzania, i tre protagonisti del video italiano mostrano al mondo la loro prova a sostegno dell’attendibilità dei tamponi rapidi Covid19. Tuttavia, il test viene effettuato violando le specifiche del prodotto stesso utilizzando dei campioni non umani che non dimostrano affatto una positività o negatività alla Covid19.

Gli elementi contenuti in prodotti come frutta e verdura possono contenere sostanze che alterano il risultato del test, come dimostrato anche nel caso del deputato austriaco che utilizzò la Coca Cola.

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