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Julian Assange, verdetto a sorpresa nel Regno Unito: negata l’estradizione. Gli Usa: «Siamo molto delusi»

04 Gennaio 2021 - 21:00 Fabio Giuffrida
Intanto il Messico gli ha offerto l’asilo politico: «È coerente con la nostra tradizione di protezione», ha detto il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador

Buone notizie per il fondatore australiano di WikiLeaks. Il Messico, infatti, ha offerto asilo politico a Julian Assange nel giorno in cui la giustizia britannica ha respinto l’istanza di estradizione negli Usa. A confermarlo è il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador in conferenza stampa precisando che questa decisione «è coerente con la nostra tradizione di protezione». Questo è stato «un trionfo della giustizia – ha aggiunto – sono lieto che in Gran Bretagna ci si comporti così perché Assange è un giornalista e merita questa opportunità. Io sono favorevole che gli si conceda un indulto». Allo stato attuale Assange, 49 anni – accusato di spionaggio e pirateria per aver contribuito a svelare file riservati americani relativi, tra le altre cose, a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq – è detenuto in un carcere di massima sicurezza alle porte di Londra.

Perché il Regno Unito ha detto no all’estradizione

Ha fatto discutere il no all’estradizione negli Usa da parte della giustizia britannica. A emettere il verdetto, a sorpresa rispetto alle attese, è stata la giudice Vanessa Baraitser. Assange, che Oltreoceano rischiava una condanna a 175 anni, è a rischio di suicidio, ha decretato la giudice. Washington, adesso, potrà fare appello. La giudice, tra l’altro, pur negando l’estradizione, si è detta persuasa della «buona fede» degli inquirenti americani e ha respinto le contestazioni della difesa contro i timori di un processo iniquo Oltreoceano. Tuttavia ha definito insufficienti le garanzie date dalle autorità di Washington a tutela dal pericolo di un eventuale tentativo di suicidio del fondatore di WikiLeaks. «Stabilisco che l’estradizione sarebbe troppo oppressiva per ragioni di salute mentale e ordino il suo rilascio», ha concluso la giudice. Immediata la replica degli Usa che si sono detti «estremamente delusi» dalla decisione delle autorità giudiziarie britanniche. E hanno annunciato di voler continuare a «chiedere l’estradizione di Assange negli Stati Uniti».

Assange verso la scarcerazione su cauzione

Per ora Assange resta in custodia in attesa dell’indicazione, in giornata, di una cauzione sulla base della quale potrà essere scarcerato nelle prossime ore, in modo da aspettare l’esito dei possibili ricorsi da libero cittadino. Secondo l’accusa, Assange aiutò l’analista della difesa statunitense Chelsea Manning a violare la legge sullo spionaggio degli Usa, nota come Espionage Act, fu complice di atti di pirateria e pubblicò informazioni riservate che misero in pericolo gli informatori. Assange, da parte sua, ha sempre sostenuto che non ci sono prove che la sicurezza di altre persone sia stata compromessa. I suoi avvocati hanno definito l’accusa politicamente motivata dal fatto che WikiLeaks pubblicò documenti del governo degli Stati Uniti che svelarono crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.

Foto in copertina di repertorio: EPA/NEIL HALL

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