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Monitoraggio Gimbe, i casi tornano ad aumentare dopo sei settimane: +26,7%. Cartabellotta: «Primi segnali della terza ondata»

07 Gennaio 2021 - 12:41 Giada Giorgi
Il 50% delle Regioni è oltre la soglia critica di saturazione delle terapie intensive. Il presidente della Fondazione: «Rischiamo di avere solo il 5% di vaccinati a marzo»

Il nuovo rapporto settimanale della Fondazione Gimbe sul contagio da Coronavirus in Italia evidenzia un aumento di casi pari al 26,7%. Un incremento che viene osservato dopo ben sei settimane di calo. Nel periodo che va dal 29 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021 si contano 114.132 nuovi positivi. Un numero in crescita rispetto ai 90.117 casi in più registrati dall’ultimo report. Non solo. «Considerata la decisa frenata del testing nelle ultime due settimane», ha spiegato il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, «la cifra è senza dubbio sottostimata». Dal 23 dicembre al 5 gennaio, rispetto ai 14 giorni precedenti, il numero dei tamponi effettuati in Italia si è ridotto del 20,9% (-464.284).

FONDAZIONE GIMBE | Il numero di casi testati e la percentuale di casi testati positivi per giorno

Aumenta la pressione sugli ospedali

In quasi tutte le Regioni si registra un incremento percentuale dei casi, e aumenta di conseguenza anche la pressione sugli ospedali. Torna a crescere il numero di pazienti Covid in rianimazione: 2.569 rispetto 2.549 pari al +0,8%. L’occupazione di posti letto continua a superare la soglia del 40% in area medica in 10 Regioni, e quella del 30% delle terapie intensiva in 11 Regioni. «In questa fase è molto complesso valutare l’evoluzione della curva» spiega ancora Gimbe nel monitoraggio, «per il sovrapporsi degli effetti di restrizioni e allentamenti introdotti nelle varie Regioni e/o con tempistiche differenti». Tenendo conto che l’impatto delle misure si riflette sulla curva epidemiologica dopo circa 3 settimane, secondo il report Gimbe «gli effetti delle misure introdotte con il Dpcm del 3 novembre 2020 si sono definitivamente esauriti».

FONDAZIONE GIMBE | I nuovi casi giornalieri di infezione da Coronavirus in Italia a partire dal 1 settembre 2020

E proprio riguardo ai risultati delle decisioni del governo, Nino Cartabellotta ribadisce quanto le misure introdotte dal Decreto Natale potranno essere visibili «soltanto dopo metà gennaio». Le analisi riportate dal corrente monitoraggio settimanale documentano un sistema di restrizioni a più colori che secondo il presidente ha prodotto per ora «effetti moderati e in parte sovrastimati».

In Veneto, Lazio e Campania i numeri più alti

Riguardo al tema dei ricoveri il report di Gimbe classifica Veneto, Lazio e Campania come le tre Regioni più a rischio saturazione dei reparti intensivi. Quanto agli attualmente positivi registrati tra ricoveri in area critica, area medica e isolamento domiciliare, il Veneto è la Regione con il dato più elevato con 91.299 casi. Un dato che confermerebbe la posizione ad alto rischio della Regione, nei prossimi giorni in lista per entrare in zona arancione o addirittura rossa.

FONDAZIONE GIMBE | La distribuzione regionale dei casi attualmente positivi al Covid-19 (ricoverati in terapia intensiva, ricoverati con sintomi, isolamento domiciliare)
FONDAZIONEGIMBE | L’andamento dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva di pazienti positivi a Covid-19 in Italia

«Basta con l’estenuante alternanza di restrizioni»

I dati osservati dal monitoraggio fanno intravedere secondo Gimbe i primi segnali di una terza ondata e al momento non saranno i vaccini a riuscire a limitarne l’impatto. «Rischiamo di avere solo il 5% di vaccinati a marzo», ha spiegato il presidente Cartabellotta, sottolineando come i tempi d’arrivo delle ulteriori dosi Pfizer e Moderna assicurate dall’Europa siano ancora sconosciuti. «Al di là dell’efficienza logistico-organizzativa del nostro Paese, senza il via libera dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ad altri vaccini, AstraZeneca in primis, o l’anticipo improbabile di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno». In base allo scenario descritto non potrà essere più accettabile, secondo Cartabellotta, « l’affannoso inseguimento del virus con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti». Un chiaro invito al governo dunque di tenere il punto sulle misure per «non aumentare ulteriormente il già costante sovraccarico dei servizi sanitari».

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