Dentro i laboratori del vaccino italiano ReiThera: «In estate saremo pronti, faremo 100 milioni di dosi all’anno» – Il video

Il team di ricerca italiano quasi tutto under 30 è al lavoro da mesi per creare un vaccino anti Covid monodose. Dopo l’annuncio della riuscita fase 1 da parte dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani, ora Reithera è pronta a pubblicare lo studio scientifico ufficiale

Una delle armi contro Covid-19 potrebbe essere anche italiana e tra le mura dei laboratori di ReiThera, la biotech di Castel Romano, in provincia di Roma, si lavora nella speranza di provare, entro l’estate del 2021, ad avere a disposizione un vaccino sicuro ed efficace contro il virus. Quello che ora la comunità di esperti attende più di tutto è la pubblicazione ufficiale dello studio scientifico che confermi i dati annunciati in conferenza stampa dall’Ospedale Spallanzani di Roma, dove si è svolto parte del primo trial clinico di GRAd-COV2. Assenza di effetti collaterali gravi e robusta risposta immunitaria sono i due elementi fondamentali che sarebbero stati raccolti nella prima analisi interim dello studio di fase 1, dopo la somministrazione del vaccino ai primi 45 volontari, tra i 18 e i 55 anni d’età. La sperimentazione del vaccino monodose basato su un vettore adenovirale di gorilla è andata avanti con una coorte di altri 45 volontari tra i 65 e gli 85 anni. Anche in questo caso i dati raccolti, e ancora da diffondere, sono definiti dal team «incoraggianti e in linea con quelli registrati dai vaccini Pfizer e Moderna dopo una singola somministrazione». L’attesa dunque è per il documento ufficiale, tema su cui la responsabile dell’Unità di ricerca e sviluppo preclinico di ReiThera, la dott.ssa Stefania Capone, fornisce importanti riferimenti. Il team dello studio clinico avrebbe difatti già steso «una bozza del manoscritto da sottoporre a una delle riviste scientifiche internazionali», con l’obiettivo di diffondere i dati completi, anche quelli riguardanti la seconda coorte di adulti più anziani, «entro la fine di febbraio».


La produzione italiana

Tra le incognite di una campagna vaccinale che va avanti grazie a forniture provenienti dall’estero, il candidato vaccino di Reithera potrebbe essere uno dei più importanti punti di riferimento in Italia per la somministrazione di massa. Tra qualche mese, quando il numero di popolazione da vaccinare diventerà sempre più grande, ReiThera spera di poter non solo arrivare alla fase 3 e al via libera degli enti regolatori, ma anche di produrre in autonomia il siero anti Covid. A questo proposito, dopo l’annuncio dei dati positivi da parte dello Spallanzani, non hanno tardato ad arrivare dubbi circa l’effettivo controllo italiano sulla produzione della biotech romana. Ma al momento il team di ricerca tiene a ribadire la linea già annunciata: «La nostra facility di produzione è approvata dall’Aifa già da diversi anni», ha spiegato la dottoressa Capone, «abbiamo già prodotto il primo lotto di GRAd-COV2 che stiamo utilizzando per la sperimentazione clinica, l’equivalente di circa 100 mila dosi».


Se le successive fasi di ricerca dovessero ottenere gli esiti sperati, allora per ReiThera entreranno in azione «i due bioreattori attualmente in costruzione nella nuova estensione della facility, con una capacità di coltura cellulare fino a 3.000 litri». A quel punto, come ha continuato a spiegare Capone, il potenziale di produzione passerebbe a «circa 100 milioni di dosi all’anno, 10 milioni ogni mese». Tuttavia la responsabile del team dell’Unità di ricerca non esclude eventuali partnership laddove fossero necessarie ulteriori quantità di vaccino. «Abbiamo già una partnership con una biotech tedesca per un eventuale trasferimento del processo», spiega la scienziata, «ma il cuore della produzione sarà e rimarrà qui a Roma».

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