Coronavirus, via libera in Brasile al vaccino di AstraZeneca e al cinese Sinovac. Scontro tra governatori Usa e Casa Bianca: le dosi extra promesse non sono mai arrivate

Arrivano con netto ritardo le approvazioni per i primi due vaccini anti Covid in Brasile, dove da settimane il governo Bolsonaro aveva provato a frenare l’ok al farmaco cinese Coronavac. Scoppia la polemica negli Stati Uniti tra la Casa Bianca e i governatori, dopo che il Segretario alla Salute aveva annunciato di usare tutte le dosi a disposizione per le prime somministrazioni. Ma i vaccini non sarebbero mai arrivati

BRASILE

MICHAEL DANTAS / AFP | Una volontaria distribuisce mascherine gratuite a Manus, in Brasile

Sei milioni di dosi per le prime vaccinazioni in Brasile

Sono due i vaccini contro il Coronavirus approvati in Brasile dall’Anvisa, l’agenzia per la sicurezza sanitaria nazionale. Domenica 17 gennaio è stato approvato l’uso in emergenza del vaccino Coronavac, realizzato dalla cinese Sinovac, e quello di Astrazeneca con l’Università di Oxford, per un totale di otto milioni di dosi in prima battuta. Come riporta il Guardian, sei milioni sono già state fornite da Sinovac, mentre altre due sono in attesa da Astrazeneca. Una quantità considerata insufficiente dall’epidemiologa dell’Università di Espirito Santo, Ethel Maciel: «Non consentirà a tutta la popolazione a rischio di essere completamente immunizzata, né è chiaro quanto velocemente il Paese otterrà più vaccini».


I primi a essere vaccinati saranno gli operatori sanitari impegnati negli ospedali. Le somministrazioni non cominceranno prima di mercoledì 20 gennaio, secondo il ministro della Salute, Eduardo Pazuello. Il ritardo con cui il Brasile è arrivato all’approvazione dei vaccini è legato anche allo scontro politico che si è consumato nelle ultime settimane sulla gestione della pandemia, dopo che a partire dai sostenitori del governo di Jair Bolsonaro ci sono stati diversi tentativi di screditare il vaccino di Sinovac, sostenuto invece dal principale avversario politico del presidente brasiliano, il governatore di San Paolo Joao Doria. Rinviata intanto l’approvazione sul vaccino russo Sputnik V, dopo la bocciatura dell’Anvisa lo scorso sabato del dossier presentato dalla società brasiliana Uniao Quimica per dati insufficienti.


USA

EPA/ETIENNE LAURENT | Un’operatrice sanitaria somministra il vaccino Moderna a Los Angeles, in California

Giallo sulle dosi extra promesse dalla Casa Bianca ai governatori

Dopo una settimana di attesa, i governatori negli Stati Uniti hanno denunciato da più fronti che le dosi extra di vaccini promesse dalla Casa Bianca non sarebbero mai arrivate. La scoperta dei governatori è avvenuta solo dopo che avevano anticipato le somministrazioni a più fasce della popolazione, a cominciare dagli over 65. Salvo poi dover rinviare i piani di almeno altri sette giorni, una volta verificato che le dosi arrivate negli ultimi giorni corrispondevano a quelle già previste. Come riporta il New York Times, il caos è nato dopo le dichiarazioni del Segretario alla Salute, Alex Azar, che aveva anche rimproverato i governatori di non usare i vaccini a loro disposizione in modo efficiente. Il ministro della Salute americano spingeva anzi i governatori ad ampliare da subito la platea di destinatari agli adulti con problemi di salute e agli over 65: «Stiamo rilasciando l’intera fornitura, piuttosto che tenere le seconde dosi nelle riserve», aveva assicurato Azar. Ma quelle dosi non sarebbero mai arrivate.

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