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L’Ue condanna la Polonia per l’entrata in vigore del divieto quasi totale dell’aborto: «Attacco alle donne e ai diritti fondamentali»

28 Gennaio 2021 - 21:57 Maria Pia Mazza
La misura, entrata in vigore dalla mezzanotte di mercoledì 27 gennaio, ha innescato le proteste a Varsavia e una dura reazione da parte dei comitati per i diritti delle donne e le libertà civili europei

«In Polonia, la misoginia regna sovrana. Il divieto de facto di aborto promosso dal governo polacco interferisce direttamente con l’autonomia e l’integrità fisica delle donne. È un attacco ai diritti umani e fondamentali e dovrebbe essere impensabile in una democrazia liberale nel 2021. Non c’è posto per un tale disprezzo per l’umanità in Europa e sono vicina ai manifestanti in Polonia che protestano contro questa politica arretrata». Sono queste le parole di Evelyn Regner, presidente della commissione per diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo, dopo l’entrata in vigore della legge varata dal governo polacco relativa al divieto d’aborto anche in caso di gravi malformazioni del feto. 

La nuova norma prevede l’interruzione di gravidanza solo in caso di stupro, incesto, o qualora la gravidanza dovesse mettere a rischio la vita della madre. Tuttavia, in Polonia, nel 2019 il 98% degli aborti ha avuto come causa proprio l’anomalia del feti. «Gli aborti avvengono che sia permesso o meno – ha ribadito con forza Regner -. La normativa polacca spinge le donne ad agire illegalmente e mette a rischio la vita. Il Parlamento europeo ha ripetutamente chiesto che il diritto all’autodeterminazione del corpo sia sancito nella convenzione europea dei diritti dell’uomo e che i fondi dell’Unione siano collegati a criteri basati proprio sullo Stato di diritto. Dobbiamo opporci a tali attacchi ai diritti umani fondamentali nel cuore dell’Europa». 

Anche il presidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni Juan Fernando López Aguilar ha condannato con forza la nuova legge di Varsavia: «Questa decisione mostra ancora una volta che gli attacchi allo stato di diritto, alla democrazia e ai diritti fondamentali in Polonia devono essere affrontati con urgenza». «L’indipendenza della magistratura in Polonia non è più garantita – ha sottolineato Aguilar – come dimostra questa sentenza sui diritti delle donne all’aborto. Il diritto della donna di prendere decisioni sulla propria gravidanza senza essere perseguita penalmente dovrebbe essere incostituzionale in qualsiasi Paese dell’Unione europea».

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