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Ddl Omofobia, Alessandro Zan: «Se andiamo al voto, la legge muore» – L’intervista

29 Gennaio 2021 - 07:41 Fabio Giuffrida
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Il "papà" della legge contro l'omofobia teme che, in caso di elezioni anticipate e di vittoria del centro-destra, la legge sull'omotransfobia possa subire una battuta d'arresto

Il deputato Alessandro Zan, “papà” della legge contro l’omotransfobia, è preoccupato. La crisi di governo, aperta da Matteo Renzi, potrebbe avere profonde ripercussioni anche sulla battaglia sui diritti civili portata avanti dal centro-sinistra (e non solo) negli ultimi mesi. «Se si va ad elezioni anticipate, la legge muore. Se si cambia legislatura, bisognerà ripartire da zero. Di fatto, rischia di cadere tutto, ma proprio tutto», dice Zan a Open. «Se il prossimo governo sarà a guida sovranista, poi, significa che di legge contro l’omofobia, forse, se ne riparlerà tra 5-10 anni. E noi, invece, non possiamo più aspettare. Gli abusi domestici, anche contro le persone lgbtq+, nel corso della pandemia sono aumentati», aggiunge.

La vittoria del centro-destra ostacolerebbe la legge Zan

Approvare una legge contro l’omotransfobia con una maggioranza di centro-destra «non sarebbe affatto semplice». «Parliamo di una destra che non è liberale – spiega -, che guarda a Paesi come Ungheria e Polonia dove i governi stanno mettendo in campo vere e proprie politiche discriminatorie contro i diritti Lgbtq+. Sarebbe un disastro per il nostro Paese. Per questo l’augurio è che si possa formare un governo, ancora una volta guidato da Conte, a trazione Pd-M5s per continuare con le riforme progressiste. Siamo un Paese ancora troppo arretrato nei diritti». E il discorso di Matteo Salvini in Senato ne è la prova: «Si tratta di un manifesto politico, dall’abrogazione della legge sull’aborto a quella sui diritti civili. Da far venire i brividi».

L’appello a Matteo Renzi

E così fa un appello alla responsabilità rivolto al senatore Matteo Renzi che, con il suo partito Italia Viva, è uscito dalla maggioranza aprendo, di fatto, la crisi. «Spero che, al di là della decisione di voler staccare la spina a Conte, Renzi, che ha collaborato con noi nella stesura della legge e ne è stato uno degli “azionisti”, abbia un atteggiamento propositivo nel dare vita a un nuovo governo che ci porti all’approvazione di una legge di civiltà che l’Italia aspetta da anni. Spero che Italia Viva resti parte attiva nell’approvazione di questa legge anche nell’eventualità di un nuovo governo», dice a Open.

«La legge va approvata senza modifiche, bisogna fare in fretta»

L’altro rischio è quello che, quando la legge verrà calendarizzata e dunque discussa in Senato, possa tornare di nuovo alla Camera, allungando ancora di più i tempi per l’approvazione. «Se vengono richieste delle modifiche, sì, tornerebbe indietro, dunque alla Camera. Invece secondo me bisogna fare in fretta, la legge va approvata senza modifiche». Ora è stata assegnata alla commissione Giustizia al Senato ma, al momento, tutte le attività sono sospese. Tutta colpa della crisi. «Conte ha dimostrato di essere un premier che sa lavorare bene, la pandemia l’abbiamo affrontata meglio di altri Paesi in Europa e nel mondo. Attorno a Conte c’è un punto di equilibrio. Ora siamo in una situazione drammatica con le attività in ginocchio e bisogna fare in fretta», conclude.

Foto in copertina: ANSA/Mourad Balti Touati

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