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Da Io sono Giorgia all’Aspen Institute: l’irresistibile ascesa di Meloni tra popolo, canzonette e fascino dei poteri forti

03 Febbraio 2021 - 07:37 Valerio Berra
Ospite alla Conservative Political Action Conference. Ospite al National Prayer Breakfast. Presidente del Partito dei conservatori e dei riformisti europei. Meloni è sempre di più il volto della destra italiana nel mondo

«Monti accetta di guidare la lista dei poteri forti. Smascherato definitivamente il progetto oligarchico di cui è espressione». È il 28 dicembre 2012. Giorgia Meloni commenta così la scelta di Mario Monti, allora presidente del Consiglio di un Governo tecnico, che presenta la sua candidatura alle elezioni del 2013. Il primo febbraio 2021, quasi otto anni dopo, Meloni e Monti condividono un posto nella lista dei soci dell’Aspen Institute, uno dei più importanti think tank degli Stati Uniti. Il presidente di Aspen Institute Italia è Giulio Tremonti ma ne fanno parte a vario titolo anche politici come Romano Prodi, Renato Brunetta e Giancarlo Giorgetti. Nessun (attuale) leader di partito. Il vicepresidente è John Elkann.

L’ingresso nell’Aspen Institute è solo l’ultima tappa di un processo di accreditamento che ha visto Meloni affermarsi sempre di più come uno dei punti di riferimento internazionale della destra italiana. Un processo che è andato di pari passo con la crescita nei sondaggi. Secondo Swg se si votasse oggi Fratelli d’Italia avrebbe il 15,9% dei voti. Un anno fa era ferma all’11,3%. Due anni fa era al 4,6%. Una crescita che si accompagna anche a un aumento dei consensi personali. Nel sondaggio di Ipsos pubblicato il 23 gennaio, Meloni è la prima leader di centro destra nell’indice di gradimento con 35 punti. Davanti per 6 punti a Matteo Salvini e per 8 punti a Silvio Berlusconi.

Il suo volto sul The Times dopo Io sono Giorgia

YouTube | La hit “Io sono Giorgia”

Con 10 milioni di visualizzazioni il remix di Mem & J Io sono Giorgia è entrato di diritto nella classifica delle hit italiane del 2019. Non solo. Io sono Giorgia è anche un esempio perfetto di come qualsiasi contenuto pubblicato sul web possa essere preso e interpretato in modi assolutamente inaspettati. L’idea del duo Mem & J, come hanno raccontato a Open, era quella di fare un po’ di satira su un discorso di Meloni. La parodia però ha fatto un giro completo e quella canzone è diventato un inno per i sostenitori della leader di Fratelli d’Italia, tanto che lei stessa l’ha usata come colonna sonora dei suoi convegni. E non solo. Appassionato da questa vicenda, il quotidiano The Times nel gennaio 2020 ha inserito Meloni nella lista Astri nascenti: venti volti da guardare nel 2020 con questa motivazione:

Quando una traccia musicale dance di uno dei discorsi di Giorgia Meloni è diventata virale in novembre, è nata una stella. Il Dj dietro la traccia, in cui Meloni grida ripetutamente ‘sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana’ pensava ad un’ironica stoccata al suo marchio di politica identitaria di estrema destra, ma l’ironia si è persa nella crescente legione dei fan di lei che ne hanno fatto un inno. Malgrado il suo status di stella nascente però, Meloni è stata ministro con Silvio Berlusconi nel 2008 e ciò fa di lei una abile veterana.

I viaggi negli Stati Uniti e quella «ricetta di Trump»

FRATELLI D’ITALIA | Giorgia Meloni al Cpac 2019

Negli ultimi due anni Meloni è andata due volte negli Stati Uniti per partecipare a convegni di think tank cruciali nell’universo politico della destra d’Oltreoceano. La prima nel marzo 2019 quando è stata l’unica italiana a partecipare alla Conservative Political Action Conference di Washington, la pià grande manifestazione organizzata dai Repubblicani. Sul suo stesso palco anche Donald Trump. La seconda a febbraio del 2020, quando ha partecipato al National Prayer Breakfast, sempre a Washington. Da qui ha spiegato come vorrebbe ispirarsi alla politica di Trump: «L’orgoglio dell’identità, nelle altre nazioni del mondo, sta dando ottimi frutti e ottimi risultati. È la ricetta che vogliamo portare in Italia».

La prima donna alla guida di un partito europeo

ANSA/ANGELO CARCONI | Giorgia Meloni durante la conferenza stampa in Senato per l’elezione da presidente al Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr Party)

Uniti, ma non in Europa. Anche se fanno parte della stessa coalizione Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia nel Parlamento Europeo hanno deciso di aderire a tre gruppi differenti. Forza Italia sostiene il Partito Popolare Europeo, il gruppo di centro destra che con 177 seggi rappresenta la formazione politica più importante del Parlamento Europeo. La Lega fa parte di Identità e Democrazia, lo stesso del Rassemblement National di Marine Le Pen e di Alternative für Deutschland. Fratelli d’Italia invece è iscritta al Partito dei conservatori e dei riformisti europei. Nel settembre 2020 Giorgia Meloni è stata eletta presidente di questa formazione diventando così la prima politica italiana a ricoprire un incarico del genere.

Quando i tweet erano contro i poteri forti

Legami internazionali con i centri più importanti della destra e posti in fondazioni prestigiose finanziate da fondazioni come il Rockefeller Brothers Fund, gli stessi fratelli Rockefeller simbolo del capitalismo statunitense. Un terreno che sembra preparare l’incoronazione di Giorgia Meloni a leader della destra italiana. Anche se al momento ci sono oltre 7 punti di distacco dalla Lega di Matteo Salvini. Ora che è una leader sempre più affermata sul piano internazionale, sembrano lontani i tempi in cui Meloni si scagliava contro i supposti “Poteri Forti”. L’ultima volta che Meloni ha usato questa formula su Twitter è stato esattamente un anno fa, a proposito dell’incontro tra Sardine e Luciano Benetton: «Finisce nel ridicolo la favola del “movimento” popolare, spontaneo e alternativo ai poteri forti».

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