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Coronavirus, Crisanti: «Mai viste così tante persone in giro. Con la zona gialla non si controlla niente» – L’intervista

06 Febbraio 2021 - 17:38 Fabio Giuffrida
crisanti protezione vaccini obbligo vaccinale
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Il direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Università di Padova ritiene inevitabile un rialzo dei contagi con le riaperture

Il professor Andrea Crisanti ci risponde mentre si trova a Padova (città in cui è direttore del Laboratorio di Microbiologia). «Non ho mai visto così tante persone al centro di Padova come oggi. Se non fosse per le mascherine che indossano, penserei che non ci sia nulla», ci dice. «Con la zona gialla non si controlla proprio niente, così è inevitabile il rischio di un rialzo dei contagi di Coronavirus», aggiunge. Al momento, infatti, i casi non sono schizzati alle stelle solo perché «stiamo beneficiando delle due settimane di zona rossa a dicembre e di quella arancione a gennaio». Poi chissà cosa potrebbe succedere anche perché – continua – «il virus cammina con noi».

«Le varianti? Ci preoccupano, impattano sull’immunità di gregge»

Intanto, il quadro è mutato. E di tanto. Ora ci sono i vaccini ma anche le varianti che «sono una grande fonte di preoccupazione e che impattano sull’immunità di gregge». Con gli over 80, ovvero con la categoria più esposta al virus, poi, non abbiamo ancora cominciato: «Bisognerà individuare anche gli anziani che stanno nelle campagne della Calabria o della Sardegna, giusto per fare un esempio. Fin qui, invece, abbiamo fatto la parte più facile con gli operatori sanitari». Per questo sperare di vaccinare la metà della popolazione entro l’estate sembra essere un’utopia: «Spero nel 25-30 per cento entro giugno, sarebbe davvero una soddisfazione. Di fatto, è stato commesso un errore di sottovalutazione sia da parte delle ditte produttrici sia della Comunità europea ma, d’altronde, non era mai stato fatto prima un vaccino in tempi record, con problemi di logistica e destinato a centinaia di milioni di persone» in tutto il mondo.

«Sistema “drogato” dai test antigenici»

Poi Crisanti attacca la scelta di considerare, nel rapporto giornaliero positivi-tamponi, anche i test antigenici: «Così abbiamo un sistema “drogato” da test che non valgono nulla, che stanno creando un casino senza precedenti e che non vanno bene per le misure di sorveglianza perché hanno una bassa sensibilità. Come mai gli antigenici registrano meno positivi dei molecolari? Le ipotesi sono due: o li usiamo male o, più semplicemente, hanno una bassa sensibilità. Ecco perché escluderei gli antigenici dal computo». E sull’ipotesi di Crisanti ministro della Salute nel nuovo governo Draghi, commenta: «Non me l’ha chiesto nessuno e non mi pongo per niente il problema. Spero soltanto che il nuovo governo stimoli un sentimento di unità e di superamento delle divisioni».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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