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Crisanti dall’Inghilterra: «Qui sono in lockdown da otto settimane, in Italia è un casino: sbagliamo tutto e pensiamo a riaprire i bar»

24 Febbraio 2021 - 19:01 Fabio Giuffrida
Per il direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova la strada è solo una: «Implementare le misure restrittive e una volta tanto farlo anticipatamente invece di aspettare che i casi vadano alle stelle. Ci sono dati che dimostrano che la variante inglese si sta espandendo a ritmo allarmante»

«In Italia è un casino», dice netto Andrea Crisanti ai microfoni di Radio Capital: «si continua a sbagliare tutto quello che si può sbagliare. Io sono in Inghilterra, sono otto settimane che siamo in lockdown e se ne uscirà il 15 giugno. E, intanto, in Italia, stiamo a discutere quelli che vogliono andare al bar, quelli che vogliono andare al ristorante. Se non si capisce che se ci sta la variante brasiliana… bisogna fare la zona rossa stile Codogno perché altrimenti il Coronavirus si diffonde in tutta Italia e buttiamo un anno di ricerche sul vaccino e incominciamo da capo».

Le scuole

Il problema, adesso, sono soprattutto le scuole. Chiuderle per paura della diffusione delle varianti? «Qualcosa bisognerà fare, sulle scuole non sappiamo nulla. Sicuramente questa variante complica il quadro, ma il problema di fondo non cambia. Non abbiamo ancora elementi quantitativi statistici per capire come si diffonde il virus nelle scuole. Ora c’è la complicazione della variante inglese ed è chiaro che diventa tutto più problematico». Intanto c’è chi vuole riaprire i ristoranti: «Queste sono tutte cose fatte in maniera dilettantesca. Finché non ci sono i dati, qualsiasi cosa la facciamo cercando di indovinare».

La soluzione

Per Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, la strada è solo una: «Implementare le misure restrittive e una volta tanto farlo anticipatamente invece di aspettare che i casi vadano alle stelle. Ci sono dati che dimostrano che la variante inglese si sta espandendo a ritmo allarmante».

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