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Focolai Covid, la fuga degli studenti milanesi dalle scuole vicine alla zona rossa: «Classi vuote. E nessuno ci fa i tamponi»

23 Febbraio 2021 - 19:56 Fabio Giuffrida
I genitori hanno deciso di non mandare più i propri figli a scuola. La preside spiega a Open di essere «in attesa di disposizioni da parte dell'Ats» , che intanto tace

«Abbiamo una scuola vuota, solo 89 ragazzi su 400. Ci sono 9 classi su 18 in quarantena per Covid, 12 insegnanti positivi. Sono pochissime le mamme “coraggiose” che stanno continuando a mandare i propri figli in classe. In questo momento ci sono solo 4 aule aperte, con pochissimi ragazzi, tutto il resto è chiuso. Noi collaboratori, invece, rimaniamo qui, certo, abbiamo paura. Cosa possiamo fare se hanno deciso così? Fin quando non ci infettiamo tutti…». A parlare a Open è una collaboratrice scolastica dell’istituto Giambattista Vico, periferia nord di Milano, a Quarto Oggiaro, non molto distante da Bollate, già in zona rossa dopo i focolai registrati in tre scuole.

C’è paura e si attendono le decisioni di Ats

Al momento, l’istituto sembra essere deserto. I genitori hanno deciso di non mandare più i propri figli a scuola. Un’assenza che tecnicamente sarebbe ingiustificata ma che, in realtà, nasconde la paura di infettarsi o di infettare. Insomma, siamo davanti all’ennesimo focolaio, o quasi, che l’Ats sta tenendo d’occhio in queste ore. La preside, Simona Damizia, non ha alcuna voglia di parlare coi cronisti. Al telefono, ci spiega di essere molto occupata nel rispondere alle mamme probabilmente in apprensione per le notizie circolate in queste ore e ci confida di essere «in attesa di disposizioni da parte dell’Ats che sta sollecitando quotidianamente». «Se si può aprire in sicurezza bene, visto che la presenza in aula è importante, altrimenti bisogna passare a modalità alternative come la didattica a distanza», è il commento di Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, a Open.

Al personale scolastico non è stato fatto il tampone

Ma è tutto il personale scolastico a essere preoccupato: «Non ci è stato fatto alcun tampone – continua la collaboratrice – pensiamo di non aver contratto il virus, non abbiamo febbre o altri sintomi, ma siamo comunque sempre a contatto con i ragazzi, i loro genitori, i fattorini». Nonostante tutto, l’Ats non ha ancora deciso di chiudere la scuola. Al momento – ma potrebbe essere questione di ore – non ci sono i presupposti, i casi non sono progressivi. Decideranno, dunque, le autorità sanitarie dopo aver valutato la gravità della situazione. L’ultimo bollettino della Lombardia, tra l’altro, parla di 2.480 nuovi casi di Coronavirus e 43 decessi. Preoccupa l’aumento della pressione sulle strutture ospedaliere: sono 3.917 le persone ricoverate negli ospedali mentre 408 sono i pazienti in terapia intensiva (29 gli ingressi di oggi in rianimazione).

I positivi nelle scuole di Milano

Dal 15 al 21 febbraio l’Ats Milano ha ricevuto segnalazioni di 547 casi di tamponi positivi al Covid. Si tratta di 409 alunni e 138 operatori scolastici. Il numero di persone isolate è di 6mila di cui 5.902 alunni, il resto sono tutti operatori. Dei 547 positivi, 20 sono del nido, 76 della scuola dell’infanzia, 149 della primaria, 118 della secondaria di primo grado e 184 di quella di secondo grado. I casi positivi associati a focolai sono 111 nella scuola primaria (73 per cento) e 50 su 118 nella scuola secondaria di primo grado (42 per cento). Dall’inizio dell’anno scolastico sono stati segnalati 12.778 casi positivi di cui 8.943 alunni e 3.835 operatori della scuola.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/FABIO FRUSTACI

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