Prove di coabitazione forzata. Salvini: «Col Pd frequentazioni assidue d’ora in poi». Zingaretti: «Sull’Europa ci ha dato ragione»

Il leader leghista: «Io europeista? Le etichette le lascio agli altri». Il segretario dem: «Si apre una fase nuova»

Un botta e risposta a distanza in vista del nuovo giro di consultazioni per la formazione di un governo a guida Mario Draghi. Nicola Zingaretti rivendica che Matteo Salvini «ha dato ragione al Pd» riconoscendo che «l’idea di risolvere i problemi distruggendo l’Europa era fallimentare». Il leader del Pd ne ha parlato a Mezz’ora in più su Rai3, ospite di Lucia Annunziata, affermando di aver visto «scricchiolare il progetto politico per cui il nuovo era un attacco alle democrazie occidentali e la morte dell’Europa».


Zingaretti: «Ecco le nostre priorità»

Per Zingaretti, l’incarico di formare un nuovo governo affidato all’ex governatore della Bce «apre senza dubbio una fase nuova». Ma toccherà al premier incaricato valutare il grado di coerenza di chi si propone di appoggiare in parlamento il suo progetto per il Paese. «Quello di Draghi è un profilo che si è messo al servizio di una possibile rinascita italiana. Gli chiederemo di produrre fatti concreti. Creare lavoro è una priorità assoluta. Poi una riforma fiscale all’insegna della progressività, della giustizia, della sburocratizzazione, senza la furbizia dei condoni», ha puntualizzato Zingaretti.

Salvini: «Parliamo di tasse»

Salvini, da parte sua, intervistato dalla trasmissione Il caffè della domenica su Radio 24, ha spiegato così la sua presunta svolta europeista: «Lascio agli altri le etichette. Fascista, comunista, europeista… io sono una persona pragmatica e concreta. Se con il professor Draghi si può parlare di taglio delle tasse per far respirare le persone e le imprese, io ci sto». E sui rapporti che in futuro la Lega dovrebbe avere con il Pd, qualora entrambi i partiti entrassero in maggioranza, ha promesso: «Non ho frequentazioni assidue con il Pd, ma le avremo». Di sicuro al momento c’è solo che sia per il Pd, sia per il M5s, le larghe intese con il Carroccio non saranno affatto semplici da digerire.

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