Burioni: «Basta terrorizzare sulle varianti: i vaccini funzionano. Piuttosto sbrighiamoci»

«Non è detto che una variante resistente al vaccino possa comparire», avverte il professore di Virologia all’Università San Raffaele. «Ma al momento non ci sono evidenze» sul fatto che le varianti emerse possano aggirare l’efficacia del siero

Non si ferma l’avanzata delle varianti, e preoccupa per esempio quanto sta accadendo in Abruzzo e non solo. Ma nella lotta al Coronavirus ci sono ormai i vaccini, e sui vaccini possiamo ancora contare, dice Roberto Burioni. «La nuova moda è “terrorizzare con la variante”», scrive il professore di Virologia all’Università San Raffaele, Milano e direttore scientifico Medical Facts. «Vorrei farvi notare che varianti virali emergono continuamente e, fino a prova contraria, non rappresentano un pericolo». Anzi, dice Burioni, non ci sono elementi per pensare «che quelle già individuate sfuggano ai vaccini più potenti. Non è detto che una variante resistente al vaccino possa comparire, pensate solo al morbillo che replica il suo genoma introducendo più mutazioni del Coronavirus e contro il quale il vaccino (anni ’60) è ancora efficace come il primo giorno».


Burioni insiste: nessuna delle varianti fino a questo momento identificate, da quella scoperta in Inghilterra a quella trovata in Sudafrica, fino alle nuove mutazioni di cui si parla, «sembra essere in grado di “aggirare” la risposta immune evocata dai vaccini a mRNA. Sono dati di laboratorio, ma inducono all’ottimismo. Piuttosto sbrighiamoci a fare partire la vaccinazione di massa!», esorta Burioni. «Calma e vaccini, soprattutto tanti vaccini. Se ci sono somministriamoli, se non ci sono produciamoli, se siamo in ritardo non perdiamo altro tempo. Vacciniamo!», aggiunge su Facebook.


In copertina Twitter/Roberto Burioni | Burioni viene vaccinato contro il Covid, 7 gennaio 2021.

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