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Attentato in Congo, ucciso il procuratore che indagava sulla morte dell’ambasciatore italiano Attanasio

05 Marzo 2021 - 12:37 Redazione
luca attanasio
luca attanasio
La notizia è stata confermata anche dalle forze armate, che hanno attribuito la responsabilità a militari ribelli

Le indagini sulla morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi insieme al loro autista Mustapha Milambo in un agguato nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio, si macchiano di sangue. Dopo i buchi nelle procedure di sicurezza e i punti di domanda sollevati dal documento dell’Ambasciata italiana – che smentiva la versione del ministero congolese dell’Interno secondo cui né i servizi di sicurezza né le autorità locali sarebbero state a conoscenza della trasferta di Attanasio a Goma e dintorni – dal Congo arriva una nuova notizia che inquieta ancora: il procuratore che indagava sulla morte dell’ambasciatore è stato ucciso.

L’imboscata al ritorno da un vertice sulla sicurezza

Il procuratore, riportano i media congolesi, si chiamava Mwilanya Asani William ed è stato assassinato martedì 2 marzo in un’imboscata a Katale, nel Nord Kivu, mentre faceva ritorno da un vertice sulla sicurezza a Goma. Raggiunto da colpi di arma da fuoco, il maggiore è morto sul colpo. Il convoglio su cui viaggiava percorreva la strada nazionale numero 2, la stessa sulla quale era stato attaccato l’ambasciatore italiano. La missione del Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam) a cui aveva partecipato Attanasio era diretta al villaggio di Rutshuru, territorio di cui era procuratore capo Asani William.

La notizia è stata confermata in una nota delle forze armate, nella quale si attribuisce la responsabilità a militari ribelli del 3416esimo reggimento. Come riporta invece La Repubblica, l’imboscata ai danni del procuratore sarebbe stata tesa da militari che «che stavano vessando la popolazione innalzando barricate lungo la strada per razziare i villaggi indisturbati». Nel caso dell’omicidio di Attanasio invece il ministro dell’Interno congolese aveva imputato l’attacco a una milizia hutu, le Forze democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR).

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