«Enrico Letta e il Pd vogliono rilanciare lo ius soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Se il nuovo segretario torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate». Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha subito criticato le parole del neo-eletto segretario dem, che nel suo discorso al Nazareno ha indicato tra le priorità programmatiche anche la riforma della legge sulla cittadinanza.
La rievocazione dello ius soli ha fatto partire la stessa reazione anche da Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto: «In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, con una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, lo ius soli sarà l’ultima delle priorità: per il governo, per gli italiani, per il Paese. Sul resto ci sarà come sempre un civile e sano confronto politico»
L’ultima norma in materia è stata introdotta in Italia nel 1992 e prevede una sola modalità di acquisizione della cittadinanza, basata sullo ius sanguinis: un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se nasce sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento è stato residente in Italia legalmente e ininterrottamente. Questa legge esclude per diversi anni dalla cittadinanza decine di migliaia di bambini nati e cresciuti in Italia, legando di fatto la loro condizione a quella dei genitori, il cui permesso di soggiorno nel frattempo può scadere e determinare periodi di irregolarità.
Esiste inoltre una possibilità residuale di acquisto della cittadinanza per ius soli, ovvero se si nasce sul territorio italiano da genitori apolidi o se i genitori sono ignoti o non possono trasmettere la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato di provenienza. La cittadinanza può infine essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno dieci anni e possiedono determinati requisiti. In particolare, il richiedente deve dimostrare di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali e di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica. Si può diventare cittadini italiani anche per matrimonio. La cittadinanza per matrimonio è riconosciuta dal prefetto della provincia di residenza del richiedente.
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