Dai 15 euro dell’Emilia-Romagna ai 45 del Piemonte, la giungla dei prezzi dei test rapidi Regione per Regione

A differenza di quanto accaduto con le mascherine, gli accordi sui prezzi i tamponi antigenici sono stati lasciati in capo alle singole Regioni

Da Nord a Sud, l’Italia si divide sui tamponi antigenici. Diventati cruciali dopo il via libera del Ministero della Salute il 29 settembre 2020 – che ne ha autorizzato l’uso anche al di fuori degli aeroporti – a oggi non tutte le amministrazioni hanno ancora stipulato accordi per calmierare i prezzi o per renderli accessibili ai cittadini nelle farmacie. Come specificato a Open da Invitalia (l’agenzia nazionale gestita da Domenico Arcuri, ex super commissario all’emergenza Covid), gli accordi sui prezzi sono stati lasciati in capo alle singole giunte – anche, e soprattutto, a causa degli equilibri già delicati tra potere regionale e statale sul settore della sanità.


Il tampone rapido – meno sensibile di quello molecolare, ma estremamente più veloce – si è pian piano imposto come sistema privilegiato per il controllo dei casi positivi in molti territori, tanto che a inizio gennaio il Ministero ha deciso di inserirli nel conteggio giornaliero dei tamponi nei bollettini. Ma da settembre a oggi, la fotografia del Paese appare disomogenea: ad aver stipulato accordi con Federfarma sono solo alcune Regioni, e non tutte hanno stabilito dei prezzi massimi per frenare la deriva privatista. Altre ancora, invece, hanno scelto di renderli gratuiti ma di riservarli solo ad alcune categorie specifiche.


Gli accordi delle Regioni con le aziende

Lazio

La Regione Lazio ha raggiunto l’accordo sui prezzi dei privati lo scorso novembre con l’Associazione di Categoria Farmacie Convenzionate. Stando a quanto stabilito, le farmacie che aderiscono alla campagna di tracciamento possono eseguire i test al prezzo di massimo 22 euro.

Lombardia

L’accordo nelle farmacie lombarde è arrivata solamente a inizio febbraio. La Regione ha firmato un accordo tra Federfarma Lombardia, Assofarm Conservizi Lombardia e la Federazione regionale Ordini dei Farmacisti. Come spiegato in una nota, la Regione riconoscerà alle farmacie 12 euro, iva esclusa, per ogni test rapido effettuato – cifra che comprende «i costi per l’approvvigionamento dei materiali di consumo, dei dispositivi di protezione individuale e della remunerazione del servizio». Attualmente il costo per i cittadini è fissato a 30 euro.

Piemonte

In un comunicato stampa del 26 ottobre, la Regione Piemonte ha fatto sapere che il test rapido prenotato in farmacia può costare al massimo «fra i 30 e i 45 euro».

Emilia-Romagna

A partire dal 4 febbraio, in Emilia-Romagna «tutti i cittadini iscritti al sistema di assistenza sanitaria regionale possono effettuare nelle farmacie convenzionate dell’Emilia-Romagna il test antigenico al prezzo calmierato di 15 euro». Il costo è stato deciso in accordo con la rete delle farmacie territoriali e le associazioni Federfarma, Assofarm, Farmacieunite e Ascomfarma.

Marche

Costa 18 euro un test antigenico nelle farmacie delle Marche: in Regione l’accordo è stato stipulato con Federfarma lo scorso 22 marzo. In quella data, ad aderire erano state 60 farmacie.

Campania

In accordo con FederFarma, la Regione Campania ha stabilito a dicembre che il prezzo del test antigienico nelle farmacie non potrà essere superiore ai 22 euro e che l’acquisto dei test e «di tutte le attrezzature ed il materiale di consumo necessario all’esecuzione dello stesso» è a carico delle farmacie.

Veneto

Grandi sostenitori del test rapido, in Veneto si è proceduto per primi ad accordarsi per distribuire il servizio nelle farmacie. La delibera regionale è stata firmata lo scorso 16 settembre e prevede un costo di 30 euro. Per quanto riguarda l’accordo con le farmacie, l’intesa è stata firmata lo scorso 8 febbraio con Federfarma Veneto.

Puglia

Costa massimo 20 euro un test rapido in Puglia. L’accordo, stilato con Federfarma, Assofarm e Ordini provinciali dei farmacisti, è stato chiuso lo scorso primo febbraio.

Umbria

L’accordo tra Regione Umbria e Federfarma è arrivato lo scorso gennaio e ha stabilito un prezzo calmierato nelle farmacie di massimo 22 euro. Alcuni punti, inoltre, offrono il servizio gratuitamente a studenti e personale docente.

Sardegna

Con una delibera dell’8 ottobre, il presidente Christian Solinas si era mosso fin da subito per fissare il prezzo a 17,97 euro. A metà novembre era poi arrivato l’accordo tra Assessorato alla sanità, Azienda Tutela Salute (ATS) e Federfarma Sardegna per distribuirli anche in farmacia.

Friuli Venezia Giulia

Lo scorso 2 febbraio la regione di Massimiliano Fedriga ha firmato il protocollo che permette alle farmacie aderenti (oltre 400 su tutto il territorio) di effettuare test rapidi. Il prezzo calmierato è di 26 euro. L’unica condizione è quella di non manifestare i sintomi del Covid e di non essere stati in contatto stretto nelle precedenti 48 ore con un positivo.

Provincia autonoma di Trento

La provincia autonoma di Trento ha aperto ai test rapidi a pagamento nelle farmacie per i cittadini asintomatici lo scorso 22 gennaio. Il prezzo calmierato è stato stabilito sui 30 euro.

Il caso Sicilia

Non c’è ancora un accordo ufficiale con le farmacie (come confermano da Federfarma Palermo, «è tutto fermo da un mese»), ma la Regione si era comunque mossa per calmierare il prezzo nei laboratori a 15 euro – uno dei più bassi d’Italia. Talmente basso che l’Ordine Nazionale dei Biologi si era opposto definendolo «inadeguato e diseconomico», poiché «il test viene già venduto dai fornitori ai laboratori di analisi a circa 10 euro, e a quelli vanno aggiunte anche tutte le altre spese per la obbligatoria messa in sicurezza e sanificazione dei locali». Il Tar ha accolto il ricordo dell’Ordine, ma la giunta ha annunciato di voler continuare su quella strada.

Le altre Regioni

Negli altri territori è comunque possibile fare il test, ma non è detto che lo si trovi nelle farmacie (potrebbe non essere ancora stato stipulato l’accordo con le associazioni di categoria, come nel caso della Sicilia) o a prezzi bassi. In Alto Adige, ad esempio, le farmacie e le cliniche private offrono il servizio, ma i prezzi vanno dai 35 ai 50 euro. La Toscana, al contrario, ha optato per lo screening gratuito e rapido nelle farmacie riservato unicamente a studenti, ai loro familiari e al personale scolastico. In Basilicata, Abruzzo, Calabria, Liguria e Molise invece, non si è ancora arrivati a una quadra: la linea resta quella dell’autunno, e cioè di utilizzarli per gli screening di massa laddove necessario e di coinvolgere unicamente i laboratori.

Immagine di copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI

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