«Anziani isolati da un anno. Le stanze degli abbracci? Uno spot»: la denuncia del presidente dell’associazione per i diritti nelle Rsa

Alessandro Anzoni, dell’Associazione Felicita: «Pochissime strutture consentono contatti tra ospiti e parenti. I danni psicologici sono spesso irreversibili»

«Detenuti innocenti privati del contatto umano con le loro famiglie». Così definisce gli anziani nelle Rsa Alessandro Anzoni, presidente dell’Associazione Felicita che difende i diritti degli anziani nelle strutture residenziali e dei loro parenti. «Alcuni di questi anziani non vedono i figli da un anno e – dice Anzoni a la Repubblica – man mano che il tempo passa si rinchiudono in se stessi, e spesso si lasciano andare. L’isolamento uccide gli anziani, i danni psicologici che subiscono sono spesso irreversibili». E se qualcuno pensa che una soluzione al problema stia nelle cosiddette “stanze degli abbracci”, dove parenti e anziani riescono a rivedersi e riabbracciarsi quantomeno attraverso un telo protettivo anti-Covid, si sbaglia.


Già, perché di queste stanze ne esistono ben poche in Italia se messe a rapporto col numero delle Rsa presenti sul territorio (circa 6.000) e le Rsd, ossia le residenze per disabili. In Lombardia, per esempio, secondo quanto riferito dal presidente dell’Associazione Felicita «su 770 strutture esistono solo 18 stanze per gli abbracci». «La creazione di queste stanze ha un costo molto elevato, tant’è che le 18 presenti in Lombardia sono state donate dallo Dpi Cgil, il sindacato dei pensionati, – spiega Azzoni – per sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento così importante, in una società sempre più vecchia. Sono stati bravissimi, se ci penso mi intenerisco – prosegue – hanno contattato un’azienda che costruisce mongolfiere, che ha realizzato le strutture in plastica e le ha istallate». 


«Da febbraio 2020 non è cambiato nulla»

Insomma, è stato un abbaglio pensare che le condizioni degli anziani nelle Rsa fossero migliorate: «Da febbraio 2020 non è cambiato niente, come sa chiunque abbia un parente ricoverato. L’isolamento forzato peggiora lo stato di decadimento cognitivo. Non ci sarebbe neanche bisogno di spiegarlo: il danno è certo». Certo, qualche regione sembra essersi mossa, come la Toscana, che ha stanziato finanziamenti per creare 57 stanze degli abbracci. Ma per il resto, «le Rsa sono dei ghetti: si sono chiuse all’esterno e sono diventate impermeabili. Noi figli non possiamo vedere – conclude Anzoni – non possiamo controllare lo stato di salute, non solo fisica, dei nostri genitori».

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