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Monitoraggio Gimbe, i primi effetti delle chiusure: contagi in calo, ma è ancora allarme sulle terapie intensive in 12 regioni

25 Marzo 2021 - 12:50 Maria Pia Mazza
In cinque regioni le ospedalizzazioni in area critica superano la soglia del 40%, mentre in altre 5 la soglia del 50%. Vaccinato solo un over 80 su 5

La curva dei contagi inizia lievemente a flettersi, grazie alle restrizioni delle zone rosse. Ma la situazione continua a essere critica negli ospedali italiani, in particolare modo sul fronte delle terapie intensive occupate da pazienti Covid, che superano la soglia d’allarme del 30% in 12 Regioni italiane. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe nel report settimanale di monitoraggio dell’andamento dell’epidemia relativo al periodo che va dal 17 al 23 marzo 2021. Scendendo nel dettaglio dei dati, rispetto alla settimana precedente, sono state rilevate le seguenti variazioni: 

  • Decessi: 2.327 (-7,7%);
  • Terapia intensiva: +290 (+8,9%);
  • Ricoverati con sintomi: +2.330 (+8,9%);
  • Isolamento domiciliare: +21.919 (+4,3%)
  • Nuovi casi: 150.033 (-4,8%);
  • Casi attualmente positivi: +24.539 (+4,6%).

«Nel pieno della terza ondata si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive, i primi segnali di miglioramento: si inverte il trend dei contagi e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi casi», spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione. L’andamento dei contagi è però eterogeneo se osservato tra Regioni diverse: in 10 Regioni l’incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita, mentre in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi. In tal senso, «per la maggior parte delle Regioni – spiega Cartabellotta – è evidente la netta correlazione tra variazione percentuale dei nuovi casi e il colore delle Regioni di 3 settimane fa».

FONDAZIONE GIMBE | Trend settimanale dei nuovi casi, monitoraggio settimana 17-23 marzo 2021

In 12 Regioni regioni superata la soglia critica del 30% nelle terapie intensive

Preoccupa però la situazione ospedaliera. «Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un “altopiano” molto elevato di posti letto occupati». A livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (superiore al 40%) e in terapia intensiva (superiore al 30%) sono superate, attestandosi rispettivamente al 43% e 39%.

La soglia d’allarme nelle terapie intensive è stata superata in 12 Regioni italiane. In Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana la saturazione delle aree critiche è uguale o supera il 40%, mentre è uguale o supera la soglia del 50% di ospedalizzazioni Covid nelle Marche, in Lombardia, nella Provincia Autonoma di Trento, in Piemonte e in Emilia-Romagna). Tuttavia, «su questo fronte – precisa il Direttore Operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti – è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita».

Vaccinato solo un over 80 su 5

La Fondazione Gimbe rileva inoltre che ad aver completato al 24 marzo, 2.624.201 milioni di persone (4,4% della popolazione) risulta aver completato la vaccinazione con due dosi somministrate, con marcate differenze regionali: dal 3,4% di Sardegna e Calabria al 5,7% del Friuli-Venezia Giulia. E in tal dato si inserisce anche quello preoccupante delle vaccinazioni degli over 80: solo 846.007 (ossia il 19% su un totale di oltre 4,4 milioni di ultraottantenni presenti in Italia) ha completato l’intero ciclo vaccinale. «Questi dati – precisa il presidente Cartabellotta – certificano l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo della Commissione Europea di immunizzare almeno l’80% degli over 80 entro fine marzo, sia perché la loro vaccinazione è iniziata solo a metà febbraio, sia perché le Regioni hanno dato priorità a categorie non previste dal Piano vaccinale».

FONDAZIONE GIMBE | Percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale al 24 marzo 2021

«Nel discorso di ieri in Parlamento – chiosa il presidente di Gimbe – il Presidente Draghi ha auspicato di procedere, compatibilmente con la situazione epidemiologica, con un piano di graduali riaperture già dopo le festività pasquali, mettendo al primo posto la scuola. Tuttavia, per mettere fine all’estenuante stop&go degli ultimi mesi, serve un piano strategico per guidare le riaperture con priorità basate su criteri espliciti, che tengano conto della probabilità di contagio e dell’impatto economico e sociale. Infine, senza un’adeguata copertura di persone fragili vaccinate tornano a riempirsi gli ospedali e ad aumentare i decessi».

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