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La teoria del complotto dei tamponi che fanno venire il cancro al cervello con l’ossido di etilene

27 Marzo 2021 - 09:43 David Puente
Una nuova narrativa contro l'utilizzo dei tamponi viene diffusa dai social ignorando di fatto gli standard della sterilizzazione dei prodotti e delle attrezzature mediche

Riceviamo via Whatsapp, al numero +393518091911 dedicato della sezione Fact-Checking di Open per le richieste di verifica da parte degli utenti, una segnalazione riguardo un video in cui un uomo sostiene che attraverso i tamponi venga introdotta una sostanza cancerogena, nota come ossido di etilene, capace di causare tumori al cervello. Ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio di disinformazione e teoria del complotto nei confronti degli strumenti utilizzati per i test Covid19.

Il video non proviene dall’Italia, probabilmente dal Regno Unito (il kit mostrato dall’autore è identico a quello distribuito in UK), ed è stato diffuso nel nostro Paese sottotitolato. Non è l’unica pubblicazione social che riporta la teoria del complotto, circola anche in altre versioni e tutte si ricollegano alla vecchia bufala dei tamponi capaci di «rompere la barriera sanguigna ematoencefalica del cervello».

Per chi ha fretta

  • L’ossido di etilene è una sostanza cancerogena e di nota tossicità.
  • L’ossido di etilene viene utilizzato per la sterilizzazione di prodotti e attrezzature mediche.
  • I prodotti sterilizzati con l’ossido di etilene vengono sottoposti a una successiva pulizia per eliminarne i residui che non devono superare il limite imposto dalle normative.
  • L’allarme diffuso sui social risulta del tutto infondato.

Analisi

L’uomo nel video mostra la confezione di un kit Covid19 riportante la scritta «STERILE EO» per dimostrare la presenza dell’ossido di etilene nel prodotto, ma non corrisponde al vero.

Il simbolo «STERILE EO» è uno standard per indicare che un dispositivo medico è stato sterilizzato utilizzando l’ossido di etilene, una pratica legale e controllata per un semplice motivo: una volta usata viene poi eliminata dal prodotto.

Che cos’è l’ossido di etilene? Si tratta di una sostanza cancerogena utilizzata per sterilizzare i prodotti medici, come riportato nel sito della Società Italiana Acetilene e Derivati (SIAD):

SIAD fornisce miscele a base di ossido di etilene impiegate per la sterilizzazione di presidi medicali usa e getta. SIAD è l’unica azienda produttrice in Italia di miscele a base di ossido di etilene e si colloca tra i maggiori produttori anche in Europa.

Una sostanza legalmente utilizzato all’interno dell’Unione europea per una moltitudine di prodotti, ma questi ultimi devono essere a loro volta “ripuliti” dalla stessa sostanza:

L’etossido ha la caratteristica di impregnare a lungo gli oggetti trattati; per evitare danni all’organismo, dunque, prima di usare questi oggetti è necessario riporli in ambienti aerati o in armadi ventilati fino alla completa eliminazione dello sterilizzante.

Nel sito dell’FDA viene specificato che ogni prodotto sottoposto a sterilizzazione con ossido etilene deve poi garantire un limite massimo di sostanza residua. Limiti previsti dalla norma UNI EN ISO 10993-7: 2009, come riportato in un documento dell’ASST di Melegnano Martesana per la sterilizzazione delle attrezzature sanitarie:

Ogni sterilizzazione sarà verificata tramite controllo microbiologico con bacillus subtilis (popolazione 106 spore). Saranno eseguite sistematicamente analisi gascromatografiche sui materiali degassificati, per comprovarne l’idoneità e l’impiego. I limiti di valore residuo ETO previsti sono quelli previsti dalla norma UNI EN ISO 10993-7: 2009, dalla normativa vigente e s.m.i.

La sostanza, di cui è nota la tossicità, viene utilizzata anche per la sterilizzazione dei tamponi che devono, al fine di essere immessi nel mercato, rispettare i limiti imposti dalle normative per la sicurezza dei cittadini.

Vaniamo alla diffusione della falsità e delle sue varianti. Ecco una delle immagini segnalate dagli utenti:

Tamponi sterili con ossido di etilene

L’ossido di etilene o ossirano, è una sostanza che ha proprietà disinfettanti e disinfettanti contro batteri, funghi e virus… L’ossigeno di etilene è infatti classificato come mutageno, cancerogeno e tossico e di conseguenza nemmeno ammesso come sostanza attiva nei prodotti fitosanitari dell’Unione. È vietato l’uso alimentare in Europa, ma può essere inserito nel naso?

La teoria del complotto circola anche in Italia a seguito della pubblicazioni di articoli come quello del sito DatabaseItalia, già noto a Open, citato in alcuni post Facebook come quello della signora Marica:

Ossido di etilene per sterilizzare i tamponi causa di tumori , infilati sul per il naso sfiorando la barriera encefalitica. Questa pratica che ormai , anche nelle aziende viene adottata ogni 3 gg … la volete introdurre nelle scuole? Povero Idiota. Vieni a raccontarcelo in Tribunale tu e quell’altra demente di Sindaca che ci ritroviamo .

Si riscontrano altre pubblicazioni Facebook, come quella di Leonardo Santi in un lungo post del 25 marzo 2021 dove riporta, da una fonte QAnon, diverse fotografie di un tampone riportante la dicitura «STERILE EO»:

Riporto questa importante ricerca affinché venga divulgata a tutti i vostri contatti. Se c’è un modo per far crollare il castello di menzogne è quello di invalidare i test molecolari. Chiedo MASSIMA CONDIVISIONE Grazie Ricevo ed inoltro per opportuna conoscenza, lo studio fatto dal canale Telegram Sò[QQ]uadro sull’OSSIDO DI ETILENE, presente nei tamponi. Nel video allegato un ragazzo inglese parla del padre di un suo amico ricoverato in ospedale da 6 mesi per una malattia cronica. Ad ogni controllo veniva sottoposto a tampone. Successivamente l’uomo morì per emorragia celebrale. Nel video, il ragazzo fa vedere la scatola dei tamponi utilizzati, che sul retro riporta la scritta “steril EO”, cioè sterilizzati con ossido di etilene.

Conclusioni

Tale sostanza viene usata per le attività di sterilizzazione in molteplici settori, non solo quello medico. I prodotti noti come tamponi possono al massimo contenere residui di ossido di etilene in quantità tali da non mettere in pericolo la salute degli utilizzatori finali, come previsto dalle normative.

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