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Ecco come venivano falsificati i dati sul Coronavirus in Sicilia: «Il problema è se diventiamo zona rossa»

31 Marzo 2021 - 06:55 Redazione
Numeri spostati da un giorno all'altro, bollettini creati ad arte per evitare nuove restrizioni: tutto quello che sta emergendo della gestione dell'epidemia nella regione

Sette indagati. Tra cui l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. L’accusa del Giudice per le indagini preliminari di Trapani è chiara: aver creato «un disegno politico scellerato» per modificare i numeri sull’epidemia di Coronavirus in Sicilia. Ieri, 30 marzo, Razza si è dimesso dopo che il suo nome è comparso nella lista degli indagati insieme a una serie di intercettazioni che svelano le sue conversazioni con Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe). Il primo colloquio emerso in questo fase delle indagini riguarda i deceduti registrati nel comune di Biancavilla, in provincia di Catania. Di Liberti chiede: «Biancavilla, i deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?». Razza: «Ma sono veri?». Di Liberti: «Si, solo che sono di tre giorni fa». Razza: «E spalmiamoli un poco…». Dalle carte dell’indagine stanno emergendo nuove intercettazioni e nuovi particolari che raccontano meglio come funzionava la conta dei numeri.

«Ora rivediamo i parametri». Il ruolo di Letizia Di Liberti

Letizia Di Liberti è una delle persone che questa mattina sono finite agli arresti domiciliari. Al momento si trova ai domiciliari anche Salvatore Cusimano, funzionario della regione, e Emilio Madonia, una delle persone che si occupano della gestione informatica dei dati. Il 4 novembre Di Liberti ha una conversazione che chiarisce l’obiettivo di tutto il lavoro fatto per modificare i numeri: non far precipitare la Sicilia in zona rossa.

«Ora mi chiamo Ruggero (parlano dell’assessore alla Sanità), dice, domani mattina rivediamo tutti i parametri, da una settimana all’altra e vediamo effettivamente qual è il parametro che ci ha fatto scattare l’arancione, per capire magari come procedere. Perché il problema
fondamentale è se diventiamo completamente zona rossa».

In un’altra conversazione fra Di Liberti e Cusimano decidono insieme come aggiustare i dati per far sembrare la situazione della regione meno grave:

Di Liberti: «E come sono? Buono così te ne vai a mangiare»
Cusimano: «E sono assai, l’incidenza è assai perché sono…»
Di Liberti: «L’incidenza è esagerata, lo so. E quanti sono i positivi?»
Cusimano: «Allora sono 491 bis, 4.897 tamponi e 1.037 positivi, quindi il…»
Di Liberti: «Allora, tamponi ce ne puoi aggiungere 2.000 perché sono tutti quelli che si perdono, e te ne freghi e ci metti 2.000 tamponi e diamo questi. Ma hai sommato quelli di ieri che non avevamo messo o no?»
Cusimano: «No, no, no»
Di Liberti: «Quelli li diamo domani perché oggi è Capodanno e non ne fanno e quindi li carichiamo domani»

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