M5s, Conte parla a eletti e iscritti: «Voglio rifondare il Movimento, non sarà un’operazione di marketing politico»

L’ex premier ha annunciato un’inedita era per i grillini che, «senza dimenticare le esperienze passate», si proietti in una «nuova stagione politica». Per farlo, «è necessaria un’opera completa di rigenerazione». Evidente il tentativo di tenersi alla larga dalle polemiche: nel discorso di Conte, nessun riferimento a Rousseau e al limite del secondo mandato

È iniziata con qualche minuto di ritardo l’assemblea del Movimento 5 stelle, aperta non solo a deputati e senatori, ma anche a europarlamentari e rappresentanti grillini nelle Regioni e nei Comuni di Italia. L’introduzione dei lavori è toccata a Vito Crimi, il quale ha annunciato la presenza di Giuseppe Conte, sottolineando «il desiderio del presidente di avviare un percorso con il Movimento». Prima di passare la parola all’ex premier, Crimi ha ringraziato il nuovo tesoriere dei 5 stelle, Claudio Cominardi, con il quale «stiamo cercando di realizzare l’obiettivo di una gestione economica centralizzata, così da dotare il Movimento di risorse necessarie per gestire una macchina complessa che non può più essere affidata a soggetti esterni».


L’ex presidente del Consiglio ha iniziato a esporre «alcune riflessioni preliminari», prima di passare alla presentazione «del progetto a cui sto lavorando». Conte ha parlato di forza d’urto del Movimento, che ha contribuito a scacciare sacche di privilegio della malapolitica. «Tra i meriti più importanti, quello di aver richiamato l’attenzione sull’etica pubblica, sull’onestà» ha dichiarato l’avvocato. Dopo il lungo elenco di meriti che il Movimento avrebbe avuto nell’ultimo decennio, Conte è arrivato alle questioni più recenti: «Abbiamo lavorato con grande impegno per proteggere la salute dei cittadini e provando a rendere il tessuto economico-sociale più resiliente».


Conte conferma la sua discesa in campo nei 5 stelle

«Ho avuto chiare le modalità di uscita da Palazzo Chigi – ha detto poi Conte, riferendosi alla crisi di governo – incomprensibile, provocata in modo irresponsabile nel pieno di una pandemia e di una recessione economica. In quel momento, però, non avevo chiara una visione sul mio futuro impegno in politica. Feci a caldo una promessa: io ci sono, io ci sarò», ha ricordato la parola data al Movimento. Conte ha evidenziato come un suo futuro in politica non potesse che partire dall’esperienza comune con i 5 stelle. «Oggi sono qui con voi, dietro sollecitazione di tantissimi di voi ho deciso di cimentarmi in questa sfida. È una sfida che voglio racchiudere in un concetto forte: rifondare il Movimento 5 stelle».

«Un concetto – ha detto – che non utilizzo a caso. Non suggerisce operazioni di restyling, di marketing politico. Rifondare significa puntare tutti insieme a compiere un’opera completa di rigenerazione del Movimento», senza rinnegare il passato. «Anzi deve essere un’opera che valorizzi i passaggi fatti, ma che sia in grado di interpretare una nuova stagione politica e di proiettare il neo-Movimento in una dimensione strategica che lo renda un laboratorio privilegiato di idee e di progetti per un nuovo modello di sviluppo». Conte ha parlato di una nuova concezione di prosperità, «di benessere equo e sostenibile», della transizione energetica e di contrasto alle disuguaglianze di chi vive «nei tanti Sud d’Italia».

Il «neo-Movimento» di Conte

«Vedo una forza politica chiamata a esprimere una forza irradiante – ha continuato Conte – capace di coinvolgere forze politiche e movimenti culturali che a tutte le latitudini del mondo abbiano interesse a condividere un’agenda politica profondamente intrisa di una cultura integralmente ecologica e di giustizia sociale». Tornando al neo-Movimento, Conte ha detto di voler condividere, come prima cosa, una proposta «solida, matura, lungimirante» che indichi e definisca «una chiara identità politica». Secondo, «dobbiamo dotare il neo-Movimento di un principio di razionalità organizzativa».

«Vi anticipo che proporrò una carta dei principi e di valori, in modo che chi vorrà aderire a questa nuova forza politica non abbia dubbi sull’identità del progetto politico e sulle caratteristiche e finalità della nostra proposta politica». Poi, richiamando l’attenzione dell’uditorio, Conte ha annunciato che proporrà «una rivisitazione delle “5 stelle” nate dalla Carta di Firenze 2009, che risentono delle cosiddette esperienze comunali. Sono tutte valide e rimarranno 5 le stelle ma la costellazione deve allargare il suo orizzonte ideale». L’avvocato ha richiamato alcuni dei pilastri che «entreranno a far parte della nuova carta dei valori e principi».

I pilastri contiani

In primo luogo, «sarà centrale il rispetto della persona». Secondo, «un’ecologia integrale, perché non bastano più interventi mirati, occorre affidarsi a un nuovo paradigma culturale». Terzo, «la giustizia sociale. La politica non può volgere lo sguardo altrove di fronte alle disuguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali». Quarto, «il principio democratico. La crisi del modello tradizionale del principio rappresentativo è sotto i nostri occhi. Ci spinge a introdurre misure per migliorare la qualità del sistema rappresentativo, ma anche a rafforzare gli istituti di democrazia diretta. La democrazia digitale rimarrà un punto fermo anche del neo-Movimento». Quinto, «il rispetto della legalità. La lotta alle mafie, ma anche le rendite parassitarie di chi drena le risorse dell’intera collettività».

Sesto, «l’importanza dell’etica pubblica. I cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, devono svolgerle con disciplina e onore». Settimo, «l’importanza cittadinanza attiva. La politica non si pratica soltanto nelle sedi dei partiti, ma ovunque dove i cittadini si incontrano. Dobbiamo favorire forme permanenti, chiamiamole piazze delle idee. Forum in cui non chiederemo tessere o iscrizioni». Dopo aver elencato sette macroaree, Conte ha spiegato che «il nuovo statuto servirà ad affrontare le profonde trasformazioni che sta attraversando anche il mondo del lavoro».

Stop alle correnti

Carta delle imprese, carta delle disabilità, carta dei consumatori, catalogo di diritti digitale: questi i documenti che Conte ha annunciato di voler elaborare quando prenderà avvio quello che lui chiama neo-Movimento. «Ogni fase ha la sua storia – ha detto poi per segnare il cambio di passo, anche nella dialettica del Movimento che, un tempo – era di “assalto al palazzo”». Per quanto riguarda la seconda parte della rivoluzione di Conte, quella relativa alla riorganizzazione del Movimento, «vi proporrò un nuovo statuto, contenente una proposta organizzativa che possa svegliare tutte le potenzialità tipiche di una struttura più articolata. Dobbiamo avere un chiaro assetto interno, con una ripartizione inequivocabile dei compiti e dei ruoli, insomma una struttura organizzativa che ci aiuti a definire con chiarezza la linea politica e l’incisività di azione».

Conte ha esortato a evitare di ricadere nei limiti della forma partito tradizionale. «Avremo regole più rigorose che contrasteranno la formazione di correnti interne e cordate varie». Una stroncatura netta alla neonata corrente Italia più 2050. «D’altra parte, la democrazia digitale ci permette un confronto diretto senza la mediazione di correnti interne che inevitabilmente finiscono per cristallizzare sfere di influenze e posizioni di potere». Conte è stato tranchant non solo con i meccanismi correntizi, ma ha definito anche inutili «associazioni varie. Il nostro impegno politico e culturale viviamolo interamente nel nuovo Movimento». Oltre agli organi attuali, poi, Conte ha promesso la strutturazione di inediti «articolazioni interne con tantissime posizioni in cui ciascuno di voi, secondo i propri talenti, potrà dare il contributo alla vita associativa».

Nessun riferimento a Rousseau, né al limite del secondo mandato

Altro obiettivo di Conte è quello di «liberare» il Movimento da equivoci e ambiguità. «Ad esempio, la regola “uno vale uno”. Quando si tratta di designare i rappresentanti del popolo in posizioni di rilievo pubblico, occoronno innanzitutto persone oneste, ma anche con specifiche conferenze e aggiungo, capaci». A proposito della democrazia diretta, «va promossa, va perseguita e realizzata. Le nostre scelte fondamentali continueranno a passare attraverso una piattaforma digitale». Conte, che non ha mai citato Rousseau nel suo discorso, ha voluto precisare che la «tecnologia – dalla quale dipende la democrazia digitale -non è mai neutra. Chi governa i processi, chi gestisce i dati, le modalità di trattamento sono operazioni sensibili e delicate che richiedono massima trasparenza». Un avvertimento a Davide Casaleggio, senza mai nominarlo.

In conclusione, Conte ha ribadito l’intenzione di «voler valorizzare ancora le tante buone intuizioni di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio». Ha poi chiesto a tutti gli iscritti di continuare a fare ricorso «a due fondamentali qualità: onestà e coraggio». Onestà. Onestà perché «qualsiasi iniziativa politica è credibile se portata avanti con rettitudine». Coraggio perché «le sfide che attendono il Paese, le urgenze dei cittadini richiedono coraggio, che è una qualità che non solo invoca determinazione di intenti, ma anche generosità d’animo». Nel discorso di Conte, oltre all’assenza di riferimenti espliciti a Rousseau, si è avvertita anche la mancata presa di posizione sul limite del doppio mandato.

Le reazioni

A stretto giro, sono arrivati endorsement a Conte da tutti i big del Movimento. L’ex capo politico e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha condiviso una foto con Conte sui social, scrivendo: «Lavoriamo per il bene del Paese, per uscire da questa pandemia, pensando a sostenere imprese, lavoratori e famiglie. Dobbiamo rimanere concentrati su questo. Viva il MoVimento 5 Stelle». Il deputato questore Francesco D’Uva, figura molto influente all’interno del Movimento, ha sottolineato in un tweet le parole «onestà e coraggio» del discorso di Conte. Una nota stonata, invece, è arrivata dalla consigliera grillina in Regione Lazio, Francesca De Vito: «Rifondare, presidente, non significa smantellare. Io ci ho messo la faccia, mi sono prima opposta a Zingaretti in giunta e ora mi trovo con due assessori nella sua giunta».

Paola Taverna, vicepresidente del Senato, ha scritto il «bentornato Giuseppe» all’ex premier. Laura Castelli, viceministro al ministero dell’Economia, ha dichiarato: «Con onestà e coraggio siamo entrati nelle istituzioni, abbiamo iniziato a cambiare il Paese e stiamo affrontando questa grave situazione. Con onestà e coraggio porteremo avanti un percorso politico che ci consentirà di continuare ad incidere nella vita reale». Anche il deputato Stefano Buffagni ha pubblicato il suo appoggio all’ex premier sui social: «Lavoro, salute, sviluppo sostenibile, competenze, attenzione alle pmi: questi sono i temi dai quali possiamo ripartire insieme al presidente Conte per un futuro in cui M5s sia punto di riferimento per i cittadini italiani. Uniti possiamo arrivare lontano». Una stoccata, infine, è arrivata dall’ex ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: l’unità si costruisce, non si impone, ha detto, aggiungendo che «le correnti – criticate da Conte durante il suo discorso – sono testimonianza di partecipazione e non garanzie di potere».

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