Dopo l’arresto, il Capitano di fregata in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa, Walter Biot, torna a difendersi dalle accuse di rivelazione di segreti militari e procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio. Ma Biot, dal carcere, nega. Secondo quanto riferito al suo avvocato Roberto De Vita, «non è possibile visualizzare su un pc il contenuto di documenti riguardanti il segreto di Stato o ad alto livello di segretezza». «Questi documenti – così come precisato dall’avvocato della Difesa – si possono solo stampare e Biot non ha abilitazione a stampare». Biot, secondo le indagini svolte dai carabinieri del Ros, avrebbe infatti fotografato documenti militari classificati dal monitor del computer del proprio ufficio, per poi scaricarli su una pen drive, successivamente consegnata a un ufficiale delle forze armate russe.
Il legale: «Biot non aveva accesso a documenti relativi alla sicurezza dello Stato»
Il legale difensore De Vita ha sottolineato che gli elementi raccolti sino a oggi «ribadiscono che non aveva accesso ad alcun tipo di documento che riguarda la sicurezza dello Stato o strategico in tema anche di operazioni militari: dall’analisi dei registri e dei protocolli emergerà proprio questo». Inoltre, De Vita ha annunciato di aver «depositato richiesta alla Procura per potere ottenere copia forense di tutto il materiale sequestrato, compresi i tre video fatti con la telecamera nascosta messa nel suo ufficio». Un passaggio dell’inchiesta volto a far valutare attraverso l’analisi dei video «se c’è corrispondenza tra quanto trovato nella pennetta usb e ciò che sarebbe stato fotografato». Mentre l’Ufficiale «resta in attesa di essere convocato dai magistrati per l’interrogatorio e la fissazione dell’udienza davanti al tribunale del Riesame», Walter Biot, a detta del legale, «assicura che non è mai stato a nessun ricevimento in ambasciate o consolati in presenza di personale estero».
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