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A chi somministrare AstraZeneca? Decidono i medici. Anelli: «Il ministero della Salute sia più chiaro» – L’intervista

Per il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri la decisione dell'Aifa non cambia la sostanza: «Continueremo a fare il nostro lavoro con precauzione e prudenza»

Il legame tra il vaccino AstraZeneca e i rari casi di trombosi riportati in alcuni Paesi europei esiste. È stata l’Agenzia europea del farmaco a confermarlo ieri durante una conferenza stampa straordinaria in cui ha presentato i risultati della sua analisi. Ma nessuna indicazione è stata data dall’Ema sulle fasce d’età a cui raccomandare la somministrazione. Una decisione che è stata indirettamente demandata ai singoli Paesi. Per questo, ieri l’Italia ha annunciato che a partire da oggi il vaccino prodotto dalla casa anglo-svedese sarà raccomandato alla sola popolazione over 60.

«Siamo abituati a dover maneggiare farmaci le cui indicazioni di somministrazione cambiano molto velocemente», dichiara a Open Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNoMCeo). «Per noi la sostanza non cambia. Quella di Aifa è una raccomandazione. Sarà il medico, dopo un’attenta anamnesi, a decidere se somministrare o meno il vaccino agli under 60».

Per Anelli la decisione presa dall’Aifa, sulla base delle conclusioni dell’Ema, è rappresentativa di un meccanismo di sorveglianza che funziona. «Fino ad oggi abbiamo utilizzato AstraZeneca in maniera diffusa e gli effetti collaterali sono trascurabili. Di fronte a questa realtà e al fatto che chi oggi si infetta e prende il Covid può rischiare la vita, l’utilizzo di questo vaccino rappresenta una risorsa indispensabile». Spetterà quindi, come avvenuto fino ad oggi, ai medici di base la decisione di somministrare l’uno o l’altro vaccino.

«Da parte nostra c’è sempre stato un principio di precauzione e di prudenza, e la figura del medico diventa oggi ancora più fondamentale», dichiara Anelli. I medici si atterranno quindi alle linee guida e a alle «indicazioni dalle autorità del farmaco». Vero è, aggiunge Anelli, «che dovrebbe esserci una comunicazione più chiara e più rassicurante, perché buona parte delle domande che ci vengono rivolte sono quelle relative alla preoccupazione per il vaccino AstraZeneca. Come medici è nostro dovere rispondere, ma il ministero deve essere più chiaro». 

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