Quarant’anni fa l’attentato al Papa. Le uniche certezze da una foto che fa la storia

L’unica certezza è tutta racchiusa in questa foto, l’unica immagine che vede insieme l’attentatore e il suo bersaglio designato. Il turco Mehmet Alì Agca, esponente dei Lupi Grigi, organizzazione di destra, mette nel mirino della sua pistola colui che da tre anni è il Papa, Karol Wojtyla, e che ha già rivoluzionato il ruolo della Chiesa cattolica, con una incessante serie di viaggi apostolici, ma soprattutto con una chiara spinta, anche economica al movimento di rivolta sindacale della sua Polonia, Solidarnosc, primo colpo di piccone all’impero sovietico che crollerà otto anni dopo. Un Papa forte e carico di simboli, obiettivo di molti possibili nemici.


Papa Giovanni Paolo II mentre parla con Alì Agca dopo l’attentato

Si salvò per miracolo, è il caso di dire, dai colpi di Alì Agca il pontefice polacco, che dopo essere stato operato d’urgenza rimase ricoverato per un lungo periodo, prima di tornare alla sua opera in Vaticano e in viaggio per il mondo. Andò anche, e un’altra memorabile immagine ce lo documenta, a incontrare e perdonare il suo sparatore in carcere. Processi e indagini non permisero mai di arrivare a una verità condivisa sui mandanti, la famosa “pista bulgara” non ha trovato un riscontro decisivo. È mancata, come si dice sempre nelle inchieste, la “pistola fumante”. L’unica che resta agli atti in questa vicenda è la pistola vera, quella che vediamo impugnata da Agca nella foto esclusiva che l’agenzia italiana AdnKronos vendette in tutto il mondo, e di cui è tuttora proprietaria, come di rado capita per un’immagine che fissa, da sola, un momento storico


Foto copertina: ADNKRONOS | L’attimo in cui partì il colpo contro il Papa dalla pistola di Alì Agca in piazza San Pietro il 13 maggio 1981

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