Dopo lo scandalo che ha tenuto banco all’ultima Partita del cuore di cui è stata protagonista Aurora Leone, l’ormai ex dirigente della Nazionale Cantanti Gianluca Pecchini, accusato di sessismo, ha deciso di passare al contrattacco. A distanza di una settimana dalle sue dimissioni, ha infatti annunciato querela nei confronti della stessa Aurora e di Ciro dei The Jackal. Durante la cena “incriminata” al J Hotel, quella in cui Pecchini avrebbe detto ad Aurora di alzarsi dal tavolo della Nazionale Cantanti perché «le donne non possono stare al tavolo delle squadre», l’ex dirigente sostiene in una intervista a Tpi di aver semplicemente visto a quel tavolo «due persone che non conoscevo perché non le avevo invitate io, Ciro ed Aurora».
Pecchini, secondo la sua versione dei fatti, avrebbe quindi detto a entrambi: «Questo è il tavolo della Nazionale Cantanti, vi potete mettere a un altro tavolo?». Si tratterebbe di una tradizione legata all’evento, perché «da sempre la sera prima della partita la squadra è al tavolo insieme, prepara la partita con l’allenatore. Non so se questo può essere percepito come un rito da trogloditi, ma è così per tutte le squadre alla vigilia di una partita». Pecchini, ed è questo il passaggio più importante, smentisce inoltre di aver chiesto solo a Leone di spostarsi: «Ma figuriamoci, l’ho chiesto a entrambi. Quella sera a un altro tavolo c’era anche un grosso imprenditore che avrebbe giocato l’indomani con l’altra squadra. Non era neppure lui al tavolo con i cantanti ed era un uomo».
Pecchini, nella medesima intervista, nega quindi ogni accusa di sessismo e ammette al massimo di essere «uno ruvido a volte». Poi ricorda di come «la moglie di Ramazzotti o di Mogol o di altri» in 40 anni di Partite del cuore siano «sempre state a un altro tavolo, ma non c’entra nulla il sessismo, semplicemente non giocavano il giorno dopo e stavano tra di loro a parlare d’altro». Infine, l’annuncio della querela nei confronti di Aurora e Ciro: «Ho sperato che dicessero la verità, ma non l’hanno fatto. Mi domando: anche se erano arrabbiati, perché penalizzare una manifestazione di beneficenza, buttare un’ombra su 40 anni di lavoro e di bene fatto per la ricerca e la diagnosi? Prima fanno il video con tutte quelle accuse e poi ricordano di mandare comunque un sms per fare beneficenza? Non mi sembra coerente».
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