La famiglia di Seid Visin: «Il suicidio non c’entra con il razzismo. Non strumentalizzate quella lettera»

I genitori del giovane di origini etiopi trovato senza vita nella giornata di ieri 4 giugno, hanno escluso con fermezza ogni correlazione tra il gesto e la lettera scritta da Seid 3 anni fa. Oggi i funerali a Nocera Inferiore

«Il gesto estremo di Seid non deriva da episodi di razzismo», a dirlo sono i genitori del ragazzo di 20 anni di origine etiope, morto suicida a Nocera inferiore (provincia di Salerno) nella giornata di ieri 4 giugno. Alla testata locale Telenuova il padre e la madre di Seid Visin, adottato dalla famiglia salernitana quando era un bambino, chiariscono l’equivoco diffusosi nelle ultime ore sulle motivazioni del gesto compiuto dal giovane. La lettera condivisa sui social dall’associazione Mamme per la Pelle è stata scritta nel 2019 e non ha alcuna correlazione con il tragico gesto. Quello di Seid era stato uno duro sfogo contro l’odio razzista, diventato insopportabile ovunque egli andasse. Parole di forte denuncia nei confronti di un Paese che aveva deciso di rifiutarlo ma che secondo quanto precisato dai genitori non starebbe alla base della morte del ragazzo. La famiglia è arrivata a parlare di «strumentalizzazione delle parole di Seid».


«Ci sono cuori fragili che implodono»

«Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone». Queste alcune delle parole scritte da Seid tre anni fa, l’atto d’accusa del giovane è stato comunque letto durante il funerale nella chiesa di San Giovanni Battista a Nocera Inferiore. «Oggi più di ieri, fuori da ogni retorica e lontano dalla letteratura ci sono cuori fragili che implodono. Quello di Seid è stato uno di quelli e non deve più accadere», ha detto Don Andrea Annunziata durante l’omelia. Ad intervenire durante la celebrazione anche il sindaco Manlio Torquato: «Piango la scomparsa di Seid, per la sua giovanissima età, per il modo in cui se ne è andato, per la sua storia, per suo padre Walter e sua madre. Per i suoi amici, i ragazzi della sua età che lo hanno amato e ammirato per il suo talento, la sua eleganza».


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