I numeri in chiaro, Taliani: «Il vaccino ai più giovani? Ai genitori perplessi dico: è sicuro» – Il video

«Nessuno ha esitato a proteggere gli anziani. Sui giovani rischia di crearsi un vulnus per la comunità. I principali dubbi riguardano la tipologia, il marchio, di vaccino», spiega la professoressa di Malattie infettive dell’università La Sapienza

«I dati giornalieri, come ormai siamo abituati a vedere da numerosi giorni, sono in costante miglioramento: diminuiscono in maniera costante sia gli accessi nei reparti di degenza, sia in terapia intensiva, così come il numero dei pazienti in isolamento domiciliare, e il totale dei positivi». A parlare a Open è la professoressa di Malattie infettive dell’università La Sapienza di Roma Gloria Taliani, che commenta i dati di oggi, 7 giugno. «Per avere un’idea più chiara dell’andamento attuale dai dati riscontriamo un numero di pazienti censiti positivi al Coronavirus che è inferiore alle 200.000 unità su tutto il territorio nazionale – prosegue la professoressa Taliani -. Naturalmente ci sono un numero di potenziali positivi non riconosciuti e non diagnosticati, ma questo numero, diluito nella popolazione generale, ci fa capire quanto siamo lontani dei momenti critici in cui la densità di positività era assolutamente di altro livello».


«Emergono perplessità da parte dei genitori per le vaccinazioni dei figli»

Passando all’analisi delle vaccinazioni, la professoressa Taliani osserva: «I dati sono di grande conforto, perché abbiamo raggiunto un 90% di dosi somministrate rispetto a quelle consegnate, il che indica con chiarezza che il sistema è efficiente e non ci sono stoccaggi eccessivi. Insomma, tutto quello che arriva viene distribuito per raggiungere gli obiettivi desiderati, e procediamo velocemente e speditamente verso l’obiettivo che è quello del raggiungimento dell’immunità di gregge, al quale sicuramente devono partecipare anche i giovani». E in tal senso, rileva la dottoressa Taliani, «arrivano segnalazioni, richieste di consigli e richieste di spiegazioni da cui emerge un certo grado di perplessità da parte di molti genitori sull’opportunità di vaccinare i propri figli».


«Nessuno ha esitato a proteggere gli anziani. Sui giovani rischia di crearsi un vulnus per la comunità»

«Questo fa riflettere sul fatto che nessuno ha esitato a proteggere gli anziani perché la percezione che la malattia potesse rappresentare un punto di svolta senza via di ritorno per la storia dell’anziano è una percezione chiara e molto esplicita – osserva Taliani -. Sul fatto che i giovani possano invece costituire un vulnus per la comunità c’è evidentemente meno chiarezza». Per far fronte a questa situazione di incertezza ed esitazione vaccinale, a detta della professoressa di Malattie infettive de La Sapienza, «l’unico modo efficace con cui noi possiamo cercare di mettere un argine alla diffidenza è la conoscenza. È ben vero che sopra gli ottant’anni siamo a una percentuale di vaccinazione che è sopra al 90% e abbiamo più dati e quindi maggiore conoscenza. Però ci sono tutte le categorie intermedie da tenere in considerazione».

«L’insicurezza riguarda il tipo di vaccino somministrato per fascia d’età»

Categorie da tenere ben monitorate anche perché data la sicurezza già certificata, a mano a mano che procederanno le somministrazioni, si consolideranno anche i dati sulla sicurezza dei vaccini anche nelle fasce d’età intermedie, sino ai più piccoli. A detta della professoressa, infatti, «tutti dovrebbero rientrare nell’obiettivo generale dell’immunità di gregge, senza doverne trarre nessun inconveniente». Ma qual è il principale dubbio che rischia di frenare le vaccinazioni dei più giovani? «Riguarda la qualità dell’offerta vaccinale rispetto all’età del vaccinando», spiega Taliani.

Insomma, le perplessità riguardano la tipologia e il “marchio” del vaccino somministrato a seconda della fascia d’età. E che fare, dunque, per dirimere questi dubbi e insicurezze nelle vaccinazioni dei più giovani? La dottoressa Taliani è certa: «Servirà chiarezza sul fatto che la sicurezza della vaccinazione, con tutte le tipologie di vaccini anti-Covid (tenendo conto di patologie specifiche nei soggetti estremamente vulnerabili), dovrà essere ribadita a sufficienza da consentire di accedere all’offerta vaccinale senza avere grandi preoccupazioni».

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